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Pronto soccorso di Asti: la lettera dell’infermiera che dice basta alle minacce degli utenti

L’Asl AT replica ricordando i protocolli attivati e quanto è stato fatto per tutelare i suoi dipendenti

Faccio triage da 12 anni e da sedici lavoro come infermiera in area critica e oggi chiedo scusa io ai pazienti.

Chiedo scusa io a tutti gli utenti del Pronto Soccorso di Asti per le lunghe attese.

Chiedo scusa io a tutti gli anziani che passano giornate su barelle, in mezzo a dei corridoi a fissare soffitti grigi, ammassati gli uni accanto agli altri senza il rispetto dello spazio vitale minimo ritenuto umanamente tollerabile dove il vomito di uno si confonde con la febbre, la tosse, il sangue e gli odori della malattia dell’altro.

Chiedo scusa io se una volta effettuato il triage inizia un’estenuante attesa fatta di due, tre, quattro, cinque ore.

Chiedo scusa io che spesso sono sola davanti a voi perché il mio collega è su un codice rosso e io son sola per ore e devo magari gestire 15 persone in attesa e vedere, capire attribuire codice di priorità a 40-50 persone per turno basandomi sulle mie conoscenze, sull’esperienza maturata e su un piccolo monitor che rileva i parametri vitali.

In quell’attesa vi rivaluto, vi richiamo per chiedere come state ma non è abbastanza, perché cresce in voi la preoccupazione per il vostro stato di salute perché non avete ancora effettuato la visita col medico od esami o accertamenti.

Nel chiedere scusa all’utenza però chiedo scusa sopra ad ogni cosa, perdono, alla divisa che indosso… dopo 12 anni di pronto soccorso dico basta!

Basta alla maleducazione, basta all’arroganza, basta alla presunzione di saperne sempre di più di quello che ti sta davanti che ancora oggi si forma e cerca con tutti i mezzi di prestare un’assistenza di qualità.

Basta alla denigrazione, basta al regno dell’ignoranza mista a prepotenza.

Oggi chiedo scusa io ai pazienti di Pronto Soccorso per una dirigenza sorda alle urla dei suoi operatori, alle difficoltà immense che viviamo, alla paura che abbiamo quando ci aggrediscono verbalmente e fisicamente, minacciando i figli che abbiamo casa, augurandoci di soffrire di malattie atroci.

Ho conosciuto tanto dolore in questi anni e con me, i miei colleghi, i medici, gli operatori socio sanitari, ho conosciuto il dolore nei vostri occhi, nei corpi che si piegano alla malattia, nelle ossa che si rompono durante un incidente, nelle urla strazianti di una madre, nell’immobilità di chi saluta il proprio marito per l’ultima volta.

Ho conosciuto il dolore, e ho avuto sempre pietà di lui, della sua solitudine, delle sue dita da ragno, di essere condannato al suo mestiere, condannato al suo dolore, l’ho guardato negli occhi che sono voragini e strappi di sogni infranti, respiri interrotti ed è per questo dolore ho scelto una professione di aiuto, ma oggi mi arrendo all’inezia dei dirigenti nel trovare soluzioni adeguate, ad ascoltare chi è in prima linea sempre e mi arrendo alla troppa violenza che tutti i giorni devo subire gratuitamente.

Un’infermiera del pronto soccorso

La replica dell’Asl AT

In riferimento alla lettera inviata il 13 settembre inerente presunti fatti di aggressione nei confronti di una infermiera del PS di Asti, questa direzione generale intende precisare quanto segue.

La sensibilità dell’Azienda e l’attività di prevenzione “fattiva e concreta” rispetto al fenomeno delle aggressioni nei confronti degli operatori è dimostrata dalle numerose azioni intraprese nel corso degli ultimi anni; già dal 2018 è stata attivata una collaborazione con l’Ordine dei Medici per sensibilizzare gli operatori alla segnalazione degli episodi, raccogliendo le informazioni attraverso specifico questionario diffuso al personale medico. Tale azione è stata utile al fine di consentire agli operatori di far propria l’importanza di ufficializzare gli episodi in cui sono incorsi, soprattutto al fine di consentire l’attivazione di iniziative a scopo preventivo.

Si segnala inoltre che è attiva una procedura aziendale attuativa della Raccomandazione n. 8 del Ministero Salute che permette di monitorare le segnalazioni e definisce i percorsi per il coinvolgimento di tutti gli attori aziendali che, per competenza e ruolo, devono intervenire per garantire la sicurezza dei dipendenti e l’effettiva presa in carico delle problematiche (Direzione Sanitaria ed infermieristica di presidio, Servizio di Prevenzione e Protezione, Qualità e Risk management, Personale e Legale). In tali casi, è attivo il confronto successivo alla segnalazione da parte di referenti dell’Asl per la presa in carico concreta dell’episodio, garantendo, quando necessario, il supporto psicologico e legale all’operatore .

Merita ancora segnalare che, dal monitoraggio dei dati effettuati dal personale della struttura Qualità aziendale, si può evidenziare che il trend del periodo 2018 – 2019 è pressoché costante (circa 25 segnalazioni annue presso il PS).

Tuttavia, la conflittualità sempre più evidente fa emergere la necessità di riattivare con una certa frequenza il coordinamento con le Forze dell’Ordine e la Prefettura stabilendo modalità e turni di passaggio o di intervento in caso di chiamata.

Per completezza di informazione, si ricorda inoltre

•l’Asl di Asti dal 2016 ha attivato un servizio di sicurezza con polizia privata H24

•che è sempre attivo il servizio di videosorveglianza;

•che si è proceduto alla distribuzione in Ospedale e sul territorio dell’ASL At di un cartello in diverse lingue (italiano, inglese, francese, arabo, albanese, rumeno) per richiamare l’attenzione sulle responsabilità di legge nei confronti di chi minaccia o aggredisce verbalmente e/o fisicamente gli operatori.

Direzione dell’Asl AT

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