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Attualità

Con la nuova legge regionale gli agricoltori diventano “guardiani della terra”

L’assessore Giorgio Ferrero, inviato dalla Cia, ha delineato le principali novità della legge di riordino regionale in materia di agricoltura

Su invito della Cia

Affollato, con la presenza di molti sindaci, l’incontro di giovedì alla sede interzonale CIA di Castelnuovo Calcea con l’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero. L’occasione, ha spiegato nel suo saluto introduttivo il presidente provinciale Alessandro Durando, era di approfondire i dettagli della Legge Regionale n.1 “Riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale”. Ed è stato l’ospite a sottolineare, a beneficio dei presenti, alcuni elementi di spicco della normativa che entra in vigore, con definizione dei singoli regolamenti entro 180 giorni.

Chiarezza e vincolo

«Il Piemonte aveva 45 leggi sul tema dell’agricoltura e una serie di articoletti scritti in base alle necessità. Il risultato era che la consultazione era divenuta molto difficile» ha spiegato Ferrero. Il lavoro fatto dall’Assessorato è stato di riordinamento e unificazione, con l’abrogazione di ben 35 leggi e l’introduzione di molte novità: «Oggi, chiunque voglia informarsi, non ha che da scaricare il testo ufficiale». Un principio di base? Quello dell’agricoltura come salvaguardia del suolo: «Quanto scritto è vincolante per tutte le direzioni della Regione, che ne dovranno tener conto quando si parla di edilizia, qualità delle acque e dignità dei lavoratori».

Agricoltori come presidio

La multifunzionalità viene ampliata, nei termini di quelle attività economiche parallele, per esempio la ristorazione, che possono integrare il reddito proveniente dai campi. Dopo le leggi sull’agriturismo fatte a suo tempo, con i vincoli sui prodotti a km 0, viene normata inoltre l’ospitalità rurale e semplificata, per le aziende più piccole, la trasformazione interna a partire da propri prodotti (carni, formaggi, miele: in quest’ultimo caso, con attenzione particolare all’apicoltura per il suo valore ambientale). Mentre nelle frazioni o paesi più isolati, le aziende agricole potranno attrezzarsi per fornire servizi essenziali come beni di prossimità, posta e farmaci.

Opportunità e rischi

Tema importante quello della “Banca della Terra”. Ha chiarito l’Assessore: «Tramite segnalazioni dei comuni oppure di privati, alcuni terreni incolti o silenti saranno inseriti in un database regionale. Gli agricoltori potranno richiedere la possibilità, per esempio, di farvi pascolare i propri animali». Nessuna forma di “uso capione”, ha chiarito Ferrero, ma uno strumento per contrastare anche il problema dei terreni abbandonati, veicolo di infezioni come la flavescenza dorata. Mentre un nuovo ambito, di interesse crescente, è quello delle erbe officinali spontanee: «Si sta creando interesse, persone che le identificano e le raccolgono, con piccole economie. L’obiettivo è codificare le modalità di raccolta prima di rischiare ricadute negative sull’ambiente».

Il plauso degli amministratori

Positivo riscontro dalla sala, sul tema della tutela del paesaggio e dei terreni agricoli, c’è stato per voce dei sindaci di Quaranti e Fontanile, Alessandro Gabutto e Sandra Balbo. In chiusura, il presidente regionale CIA ha ribadito la disponibilità degli agricoltori a diventare riferimento per le aree extraurbane, con le proprie criticità: «Noi, a differenza di altri, non abbiamo delocalizzato».

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