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Le palestre in attesa della riapertura post Covid

Il parere di alcuni addetti ai lavori, in un periodo decisamente complesso per queste attività

Le palestre in attesa della riapertura post Covid

L’ultimo Dpcm in vigore da ieri, 18 maggio, fissa il 25 maggio come la data per la riapertura delle palestre, ma in Piemonte non ci sono ancora informazioni specifiche. Gestori e proprietari di alcune attività astigiane legate al mondo del benessere e dell’esercizio fisico stanno facendo tutto il possibile per mantenere l’ottimismo e prepararsi a riaprire, con la certezza però che seguire tutte le linee guida previste dal protocollo di sicurezza non sarà semplice. Gli ingressi avverranno su prenotazione, barriere in plexiglass, dispenser di gel disinfettante, attrezzi ridotti per aumentare gli spazi sono alcune delle regole stabilite. «Terremo chiusa la nostra area benessere. Prevedo di utilizzare nove bike da spinning rispetto alle 21 che abbiamo e di fare corsi collettivi da dieci persone anziché da venticinque: i costi saranno gli stessi di prima, gli incassi inferiori. Mi conviene aprire?», si interroga Gianni Borio, titolare della storica palestra Zerottanta. Dubbi legittimi, da cui però non intende farsi condizionare troppo. Prevalgono la volontà di tornare a offrire un servizio ai clienti e la responsabilità verso i dipendenti: «In questi mesi abbiamo fatto un grande lavoro online con video quotidiani. Tre delle nostre ragazze ci hanno dato un grosso supporto, ma ancora oggi con la cassa integrazione in deroga non hanno visto il becco di un quattrino. Ho anche chiesto se fosse consentito che anticipassimo qualcosa noi: niente da fare. I soldi li deve erogare l’Inps, ma dopo quasi due mesi non hanno ancora percepito nulla».

Secondo Borio, le attività svolte all’aperto e negli spazi verdi sono una necessità. Comprende le difficoltà di organizzazione e l’esigenza di sostenere anche le società sportive, ma raggiungere un accordo per poter disporre di aree comunali potrebbe essere un aiuto concreto.

Una soluzione comunque tutta da inventare per Giuseppe Macrì, socio della CrossFit Green Monster insieme ad Andrea Ingrao. Gli ultimi tre mesi di affitto, le bollette accumulate, il mutuo momentaneamente bloccato sono le preoccupazioni maggiori, insieme agli stipendi per i loro cinque collaboratori: «C’è voglia e bisogno di ripartire, ma per il momento il nostro settore non ha ricevuto aiuti di alcun tipo», afferma Macrì. Il desiderio di non arrendersi alle difficoltà è comunque vivo: «Con un amico che si occupa di protocolli di sicurezza abbiamo già previsto una contingentazione che lasci ampio spazio a disposizione per ognuno per lavorare in palestra. Ogni giorno, da due mesi, pubblichiamo un video, “Monster at home”, con l’allenamento della giornata da poter fare a casa. Speriamo che ci segue apprezzi e torni a trovarci non appena si riapre».

Katherine Pereira, della Yoo Gym, ricorda invece bene la mattina dell’8 marzo. C’erano alcuni clienti fuori dalla palestra, pronti a entrare come ogni domenica, ma poche ore prima il presidente del Consiglio aveva annunciato che la provincia di Asti rientrava nella “zona protetta” contro la diffusione del Covid-19. Da allora la struttura è rimasta chiusa e insieme ai suoi quindici collaboratori Katherine ha deciso di non proporre nessun lavoro a distanza: «Manteniamo i contatti con chi ci segue, ma per noi il bello della palestra è darsi da fare e raggiungere piccoli o grandi traguardi insieme. Questo è lo spirito che vogliamo conservare e con cui non vediamo l’ora di tornare». Un complesso non facile da far ripartire, con corsi collettivi, sala attrezzi e centro benessere. La speranza è che gli investimenti fatti negli anni precedenti per spazi e misure sanitarie sollevino da qualche apprensione una ripresa che può essere affrontata solo con energia e sacrificio.

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