Tra solidarietà e commemorazione
Solidarietà concreta, sabato, in una giornata di commemorazione e celebrazione dei venticinque anni dall’alluvione del 1994 voluta dal sindaco Paolo Lanzavecchia e dalla sua amministrazione. «Per non dimenticare quello che, da quei giorni, è nato, monito per tutti noi al rispetto dell’ambiente e della persona» ha ricordato il primo cittadino.
Prevenzione al centro
Prevenzione come tema dominante, con l’inaugurazione del totem di protezione civile «che visivamente ci fa conoscere in tempo reale le condizioni atmosferiche e i livelli di rischio» ha spiegato il comandante della Polizia locale Diego Zoppini. «La gente al centro» il messaggio lanciato da Marco Dotta, che ha regalato alla città un nuovo defibrillatore installato in piazza Aosta per i trent’anni della sede canellese della Reale Mutua Assicurazione. Suggestiva l’accensione dell’Albero del volontariato, donato dalla Circoscrizione del Bondone di Trento «simbolo del nostro territorio, della festa e della nostra amicizia» ha sugellato Sergio Cappelletti, cittadino onorario, con l’onorevole Lorenzo Dellai, già sindaco di Trento del 1994, l’assessore Chiara Maule in rappresentanza del comune trentino e Marco Gabusi, assessore regionale a infrastrutture, trasporti e protezione civile.
Il grazie ai volontari
Al Balbo, la sera, i riconoscimenti a chi, durante e nel post-alluvione, è stato vicino alla città con il concerto della fanfara dei bersaglieri “Roberto Lavezzeri” di Asti, i monologhi tratti da “Fango” di Alberto Maravalle e Adriano Salvi, il video “Valle Belbo vent’anni dopo” di Giancarlo Scarrone. E il ricordo struggente, mentre la giornata si chiudeva sulle note dell’Inno di Mameli, è andato ai tre Vigili del Fuoco morti nello scoppio della cascina a Quargnento, alla devastazione nell’Alessandrino, a Matera e alla sofferenza di Venezia. Perché Canelli non dimentica.