Tutto deciso in chiave anti Covid
Torna d’attualità il tema dei vendemmiatori stranieri, seppur con le restrizioni imposte dall’emergenza Covid-19 per chi arriva dai paesi Balbanici e dall’Est, Bulgaria e Romania in testa. Manodopera necessaria per la raccolta delle uve, da sempre argomento scottante in città che ha visto spesso contrapporsi maggioranza e opposizione in consiglio comunale. Con la prima che ha sempre detto “no” alle tendopoli onde evitare problemi di ordine pubblico, mentre la seconda a favore dell’accoglienza con numerose iniziative di solidarietà.
Incontro Caritas e sindaco
Questione dibattuta, in questi giorni, in municipio, tra il sindaco Paolo Lanzavecchia e la Caritas, ente che gestisce il centro di accoglienza di piazza Gioberti. Le direttive anti pandemia sono stringenti: non più di 25 persone ospitate la notte con severi controlli onde evitare focolai di ritorno. I volontari della onlus avrebbero chiesto l’installazione di alcune tende per ampliare l’offerta di posti-letto. Proposta bocciata dal sindaco e dagli assessori «onde salvaguardare l’aspetto sanitario, evitando una recrudescenza del virus e focolai sia per i canellesi sia per i vendemmiatori» spiega Lanzavecchia. Interrogativi che hanno convinto il primo cittadino a confrontarsi con il Prefetto di Asti per garantire maggior controllo sui flussi migratori dai Paesi a rischio e far rispettare l’obbligo della quarantena a coloro che ne saranno sottoposti.
Niente posti aggiuntivi oltre a quelli del centro d’accoglienza
«Non si tratta di questioni politiche, che sarebbero strumentali. La nostra azione va nel segno di garantire il rispetto delle regole sanitarie ed evitare nuovi contagi in città – annota Lanzavecchia -. Il timore, ora, è sul tracciamento del rispetto delle norme e della quarantena. Da sindaco mi devo preoccupare di questo. Abbiamo chiesto all’Asl di effettuare i tamponi e alle forze dell’ordine di vigilare ancor più attentamente».
Le aziende hanno già assunto i loro stagionali
In realtà, le aziende agricole che necessitano di manodopera per le attività vendemmiali hanno già assunto gli stagionali. La conferma arriva proprio dal sindaco. «Mi sono confrontato con molte imprese agricole del settore. Ebbene, hanno pensato ad assumere i vendemmiatori molte settimane fa, se non mesi, così da assicurarsi manodopera capace. Chi, a pochi giorni dalla vendemmia, assume senza alcuna certezza personale mai visto né conosciuto? Oltretutto, senza alcuna certezza». Il pericolo, in questo caso, si chiama caporalato. «Abbiamo dovuto fare i conti, non molto tempo fa, con fenomeni di sfruttamento – ricorda Paolo Lanzavecchia -. Non vogliamo vedere persone che bivaccano in città in attesa di una chiamata in vigna. Lo dico anzitutto per loro: il rischio è lo sfruttamento, e noi non lo vogliamo». Per contrastare il pericolo del caporalato l’amministrazione comunale ha allertato anche l’Ispettorato del lavoro «perché noi parliamo di lavoro e di salute pubblica e non di stop ai flussi migratori, di persone che devono lavorare senza correre rischi. Chi arriva a Canelli il 31 di agosto per la vendemmia può finire in circuiti non sani. Noi vogliamo evitare tutto ciò».