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Attualità

Coronavirus, Moncalvo piange Giovanni Verrua il suo ‘sindic-dutur’

Morto a 85 anni per complicanze da Covid-19. Il ricordo di un grande uomo, dottore e sindaco.

Il “Dutur” si è arreso al Covid-19

Lo conoscevano tutti come “al Dutur” nessuno quasi mai lo ha chiamato sindaco per sua stessa volontà. Un uomo forte dalla grande tempra fisica che si è arreso al male del momento, il Covid-19. È mancato, quest’oggi, Giovanni Verrua, medico in pensione e già primo cittadino di Moncalvo, per 10 anni, dal 1985 al 1995. Classe 1934, avrebbe compiuto 86 anni nel prossimo luglio. Già da qualche tempo le sue condizioni di salute erano precarie ed era ricoverato presso l’RSA moncalvese “Villa Serena”. Lunedì era stato sottoposto a tampone per coronavirus, risultato poi positivo. Purtroppo la situazione è precipitata irreversibilmente nello scorso fine settimana, determinando il suo ricovero presso l’ospedale ‘Cardinal Massaia’ di Asti dove è mancato oggi.

Medico, voleva andare a servire in Africa

Verrua si è laureato in medicina nel 1960 e specializzato prima in pediatria e, poi, in medicina tropicale in Belgio. Aveva fatto questa scelta perché era sua intenzione andare a lavorare in Congo. Scoppiata però la guerra civile nello stato africano, Verrua è stato costretto a rinunciare a questo proposito. Divenuto medico condotto a Montaldo Scarampi, si è trasferito per svolgere la professione di medico di famiglia, nel 1964, a Moncalvo. Verrua, originario di Scurzolengo suo paese natale, si è subito innamorato della cittadina aleramica, tanto da diventarne dal 1976 al 1984 primario presso il locale ospedale. Quando il nosocomio moncalvese è stato chiuso, Verrua ha ricoperto la carica di primario di medicina generale presso l’ospedale ‘Santo Spirito’ di Casale Monferrato.

Sindaco per due mandati

Moncalvo perde così uno dei suoi personaggi più illustri. Un grande uomo e un grande sindaco. Verrua è stato, infatti, scelto nel 1985 quale successore del professor Francesco Brignolio (scomparso nello scorso mese di dicembre) ed è sotto i suoi due mandati da sindaco che Moncalvo acquista tutta la sua odierna autorevolezza, soprattutto, in campo culturale. Verrua, infatti, prosegue i lavori di rifacimento del teatro e fa partire le stagioni di rassegna teatrale, una delle poche allora in tutta la provincia di Asti. Sempre sotto i suoi mandati viene sistemato il grande lasciato di quadri e opere artistiche (tra cui disegni di Chagall, Guttuso e De Chirico), appartenute al generale Carlo Montanari, e gettate le basi per la creazione del museo civico moncalvese. Risale anche al periodo in cui Verrua era sindaco l’attuale sistemazione della piazza Carlo Alberto con il rifacimento dei marciapiedi e della passeggiata che, ancora oggi, costeggia gli antichi portici.

Il ricordo di Aldo Fara, suo amico e successore alla guida del paese

“Era un uomo buono e generoso, un uomo che mai si è fatto chiamare sindaco perché voleva restare prima di tutto un comune cittadino”, ricorda Aldo Fara, già primo cittadino di Moncalvo, che con Verrua ha condiviso tutti gli anni di amministrazione, prima come assessore e poi come vice. “Ha dato tantissimo alla nostra città, come pochi hanno saputo fare – ci svela Fara tra la commozione – è arrivato a Moncalvo e si è subito innamorato del luogo e delle persone; quando a spingerti è l’amore non possono che nascere grande cose. È una persona, prima che sindaco, che non si può e non si deve dimenticare”. Verrua è stato anche un grande appassionato del Palio di Asti vincendo, come sindaco, ben tre dei cinque drappi che ora sono esposti in sala consigliare. Una delle foto che ha sempre portato con sé, e custodito nel suo studio con molto affetto, è proprio relativa a una di queste vittorie.

A emergenza superata, Moncalvo renderà omaggio al suo grande “Dutur”

Verrua era stato insignito anche del titolo di “Cavaliere della Repubblica” per i suoi alti meriti lavorativi e istituzionali. Lascia la moglie Luisa, che ha cresciuto intere generazioni di giovani moncalvesi come professoressa di lettere presso le locali scuole medie, e i figli Elena, Alessandra e Pietro. La salma sarà tumulata nella tomba di famiglia a Scurzolengo alla sola presenza dei famigliari più stretti, come prevedono le attuali disposizioni. A emergenza superata Moncalvo potrà rendere omaggio al suo grande “Dutür”.

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