Cirio commenta la fuga di nove migranti dall’hub di Castello di Annone: “Il finale di un film già visto”
“Il finale di un film già visto”, è quanto scritto dal Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, al Ministro degli Interni, Luciana Lamorgese. Oggetto della diatriba è la fuga dei nove migranti tunisini arrivati al Centro profughi di Castello d’Annone. Il Presidente Cirio, che fin da subito aveva manifestato tutta la sua contrarietà per l’arrivo degli immigrati in Piemonte, appena saputo della fuga di altre persone dall’hub astigiano ha preso carta e penna e ha messo nero su bianco il suo disappunto: “Nonostante il servizio di vigilanza h24 attivato dalla Prefettura e Questura di Asti, si sono già concretizzati, come temuto, episodi di fuga. Un fatto reso ancora più grave dalla promessa disattesa da parte del Governo di non procedere con nuovi invii che, come era stato già evidenziato, il Piemonte è nell’impossibilità di accogliere”.
Il Governatore piemontese, insieme al Vicepresidente della Regione, Fabio Carosso, e agli Assessori alla Sicurezza e Immigrazione, Fabrizio Ricca, e alla Protezione Civile, Marco Gabusi, ha scritto poche ore fa al Ministro degli Interni per denunciare la situazione venutasi a creare in Piemonte dove, a meno di 24 ore dall’arrivo a Castello d’Annone del nuovo gruppo di migranti, nove dei settantasei profughi sono già riusciti a scappare.
“Chiediamo – conclude Cirio – immediati provvedimenti per porre fine a una situazione d’emergenza che mette profondamente sotto stress l’equilibrio sanitario e di ordine pubblico del territorio, generando grande tensione e senso di insicurezza tra i cittadini piemontes
4 risposte
MINISTRO LAMORGESE METTA FINE A QUESTI SBARCHI ……È UNA VERGOGNA. .. ….NOI LA PAGHIAMO PERCHÈ FACCIA BENE IL SUO LAVORO…..MA SE NON È IN GRADO SÌ DIMETTA…..BASTA. ….SBARCHI …..
per Silvi :
noi vorremmo mettere fine agli sbarchi ma l’allegra combriccola governativa ha altri scopi ed interessi ( a spese nostre ).
Per che motivo dei tunisini vengono chiamati profughi ?
dal made in Italy, siamo passati a questa è l’Italia…
che delusione totale