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Cronaca
Sentenza

Omicidio di Govone: in Appello pena ridotta per l’ex macellaio del paese che uccise la moglie

E’ passata da 16 a 13 anni per omicidio volontario. Lui ancora ai domiciliari. Assente alla sentenza per gravi motivi di salute

Sconto di pena per Arturo Moramarco, l’ex macellaio di Govone condannato per aver ucciso la moglie Roberta Perosino, 54 anni, nella loro casa in una palazzina del paese.

E’ arrivata infatti la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Torino dove, sempre a porte chiuse come già in primo grado ad Asti, i giudici hanno rivalutato tutti gli atti del processo e hanno abbassato da 16 a 13 anni la condanna per l’omicidio volontario. Riduzione di pena anche per l’altro reato di cui doveva rispondere Moramarco, la simulazione di rapina per la quale dovrà scontare solo 1 anno.

Roberta Perosino, la vittima

In aula c’era solo il suo avvocato, Marco Calosso, che aveva chiesto un rinvio (non concesso) dell’udienza a causa del grave stato di salute in cui versa l’imputato (attualmente agli arresti domiciliari) e per il quale un medico legale, il dottor Gianluca Novellone, aveva dichiarato l’incompatibilità con la carcerazione e anche con brevi trasferimenti.

Bisognerà attendere il deposito delle motivazioni per capire da cosa derivi lo sconto di pena ma è probabile che nella sua arringa l’avvocato Calosso abbia insinuato anche nei giudici torinesi i dubbi sulla dinamica dei fatti.

Se per la pubblica accusa l’ex macellaio ha volutamente e compiutamente soffocato la donna con un cuscino, per la difesa la morte sarebbe stata provocata accidentalmente. L’uomo, al culmine di una forte litigata fra i due a causa del suo vizio del gioco, le avrebbe stretto un braccio intorno al collo per farla stare zitta, ma sarebbero caduti entrambi sul letto e nella caduta l’azione di strangolamento si sarebbe tristemente compiuta.

Anche quale delle ricostruzioni sia stata sposata dai giudici si saprà solo alla lettura delle motivazioni.

Quello che già si sa è che in Assise d’Appello è stato revocato il risarcimento previsto in primo grado per una delle sorelle della vittima, l’unica ad essersi costituita parte civile. Se ad Asti le erano stati assegnati 5 mila euro di provvisionale oltre al pagamento della costituzione di parte civile, a Torino è stato tutto revocato come chiesto dalla difesa.

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