Sono state 1.012 le domande presentate per ottenere i contributi messi a punto dall’Amministrazione comunale per aiutare le attività economiche danneggiate dall’emergenza sanitaria.
Lo scorso dicembre, infatti, il Comune aveva pubblicato un bando in cui stanziava fondi, pari a 349.447 euro, per elargire contributi a fondo perduto alle piccole e medie imprese dei settori commercio, turismo, servizi, artigianato e trasporti, operanti nel comune di Asti. Imprese in sofferenza a causa delle chiusure imposte dalla pandemia. «Una decisione – aveva dichiarato il sindaco, Maurizio Rasero, in occasione della presentazione – frutto di una scelta, dato che avremmo potuto anche registrare i fondi come avanzo di amministrazione per il 2021. Scelta che ci ha visti coinvolgere le associazioni di categoria (Ascom Confcommercio, Confesercenti, CNA e Confartigianato) per decidere a chi indirizzare le risorse».
Le domande presentate e ammesse
Secondo le previsioni avrebbero potuto partecipare al bando 1.700 attività, per cui i contributi sarebbero ammontati a 200 euro ciascuno. Invece le domande presentate sono state 1.012, di cui 883 ammesse. «Abbiamo verificato le richieste – spiega Marcello Coppo, vicesindaco e assessore al Commercio – ed è emerso, finora, che 129 richieste non possono essere ammesse perché non rispondono a tutti i requisiti previsti. Le domande che non presentano problemi saranno pagate entro fine mese, cui seguiranno, entro fine marzo, quelle che richiedono ulteriori verifiche. Abbiamo stabilito contributi pari a 250 euro ciascuno. La somma che avanzerà (pari a 128.697 euro) verrà utilizzata quest’anno per altri contributi indirizzati a categorie in difficoltà a causa della pandemia, dato che si tratta di fondi statali con questa destinazione».
Ma come mai le domande sono state inferiori alle aspettative? «Qualcuno – conclude Coppo – non sarà stato attento a questa opportunità. Altri invece, avranno pensato che, nonostante il nostro impegno ad evitare l’eccessiva burocrazia, non fosse necessario incaricare un intermediario (commercialista o Caf) per avere contributi di queste entità. A noi, però, è sembrato corretto dare un segnale di vicinanza all’economia locale in questo periodo così difficile».