Dopo 34 anni di presenza all’Ariston, quest’anno seguirà il Festival di Sanremo da casa. Sì, perché l’emergenza sanitaria ha “cancellato” il pubblico del concorso canoro, in programma da stasera (martedì) a sabato 6 marzo, compresi gli spettatori “storici”. Appunto come Massimo Cotto, giornalista, scrittore e conduttore radiofonico astigiano (conduce “Rock & Talk” su Virgin Radio). Direttore artistico di Astimusica, segue il festival di Sanremo dal 1986 per diversi motivi: prima come conduttore di Radio 1, autore, giornalista e, negli ultimi 12 anni, in qualità di direttore artistico di Area Sanremo, il concorso canoro che qualifica un numero di artisti non superiore al 25% dei partecipanti alla sezione “Nuove proposte” dell’edizione seguente del festival.
L’edizione 2020, però, si è svolta senza di lui. «A novembre 2019, quindi prima dell’avvento della pandemia – spiega – avevo deciso di prendermi un anno sabbatico da Area Sanremo. E’ andata bene, avessi deciso successivamente sarebbe stato più complicato».
Quindi guarderà il festival da casa, anche se è consapevole che non sarà la stessa cosa. «Era evidente – racconta – soprattutto negli ultimi anni, quando seguivo in televisione le prime tre serate, mentre alle ultime due assistevo dal Teatro Ariston. La differenza è notevole: lo schermo non sempre trasmette ciò che vivi là. Le canzoni sembrano diverse».
La caratteristiche di questa edizione
Ma come sarà l’edizione che prenderà il via stasera, resa così particolare dall’emergenza sanitaria, secondo Massimo Cotto?
«Quest’anno – afferma – gli ascolti saranno sicuramente alti, anche considerato il periodo che stiamo vivendo, privo di eventi e spettacoli dal vivo. Il punto interrogativo sarà sicuramente Fiorello, dato che per un comico esibirsi senza pubblico è devastante, non potendo percepire l’apprezzamento degli spettatori, una vera e propria “carica” per chi sta sul palco».
«Inoltre, mai come in questa edizione, sarà rappresentata tutta la musica. Tanto per fare un esempio, anni fa non si sarebbe mai dato spazio ad artisti come Madame, ovvero ai generi musicali rivolti ai giovanissimi. Artista che tra l’altro, se avesse la canzone giusta, potrebbe anche rappresentare la sorpresa del festival».
«Fino a poco tempo fa, infatti – continua – i protagonisti erano soprattutto le “vecchie glorie”. Poi, lentamente, è cominciato a cambiare il pubblico e, negli ultimi anni, Sanremo ha ricevuto lo “scossone definitivo”. Da una parte la partecipazione al festival ha consentito ai cantanti di tornare a vendere dischi, come successo, per esempio a Mahmood e Diodato, che hanno beneficiato anche di moltissima pubblicità e apparizioni in televisione. Dall’altra, a partire dalle edizioni che hanno avuto come direttore artistico Claudio Baglioni, si è capito che si poteva guardare il festival anche senza conoscere tutti i cantanti in gara».
Nessuna previsione, invece, per il vincitore. «Sanremo spiazza tutte le aspettative. Posso solo dire che alcuni giovani, secondo me, usciranno ridimensionati. E che Morgan, che quest’anno non salirà sul palco dell’Ariston, costruirà una sorta di controfestival sui social».