I dati in mano alla Regione Piemonte non lasciano molti dubbi sul fatto che i contagi da Coronavirus siano in crescita costante, ma non in maniera omogenea in tutte le provincie. Poco fa si è conclusa una riunione con i vertici regionali e i referenti del Dirimei per analizzare i dati e prendere le inevitabili decisioni.
A cominciare dalle scuole che sono sotto stretta osservazione per via della variante inglese del virus, più contagiosa e più rapida nell’infettare anche i ragazzi. Da qui la decisione di riattivare la DAD in tutta la regione, a partire da lunedì 8 marzo, ma solo dalla 2° media in su esattamente com’era avvenuto lo scorso autunno.
Nelle zone rosse tutte le scuole di ogni ordine e grado vengono chiuse per almeno 15 giorni, ma i dati sull’Astigiano (come quelli dell’Alessandrino e del Biellese) sono meno preoccupanti rispetto ad altre aree del Piemonte. Per questo motivo ad Asti e provincia i nidi, le scuole materne, le elementari e il primo anno delle medie resteranno in presenza a patto che venerdì, quando si avranno i dati effettivi dei contagi e l’eventuale passaggio da arancione a rosso, il rapporto tra contagiati e popolazione residente resti sostanzialmente invariato. Se la situazione dovesse precipitare si andrebbe comunque in zona rossa e tutte le scuole verrebbero inevitabilmente chiuse.
«Il dato dei contagi è in crescita ovunque, – commenta l’assessore regionale alla protezione civile Marco Gabusi – ma secondo una nostra simulazione, il Piemonte dovrebbe restare ancora una settimana arancione. Stiamo cercando un modo per preservare la didattica tra 0 e 6 anni che non può essere svolta in DAD, ma si parla ancora di ipotesi».
«Il nuovo DPCM indica le situazioni in cui anche in zona gialla o arancione, come nel caso del Piemonte, è necessario intervenire sulle scuole per contenere il rischio di rapida diffusione del contagio – spiegano il presidente Alberto Cirio e l’assessore Elena Chiorino -. Oltre alla soglia di 250 casi ogni 100 mila abitanti definita dal Governo, gli epidemiologi della nostra Unità di crisi ci segnalano una allerta dove la media dell’ultima settimana è almeno doppia rispetto alle tre settimane precedenti. Il contagio in questa terza fase pandemica ha colpito maggiormente la parte occidentale del Piemonte, mentre dati migliori si registrano nella parte orientale. Pertanto sono osservate speciali le aree del Torinese, Cuneese, Vercellese e Vco. Si aggiunge poi il tema della variante inglese presente in modo diffuso in tutto il Piemonte nella metà dei casi e che ha una elevatissima velocità di diffusione e che colpisce di più anche le fasce giovani della popolazione. Per questa ragione è necessario intervenire in modo rapido. Pur nella necessità di tutelare la salute, cercheremo di salvaguardare il più possibile la didattica in presenza nella fascia dagli 0 ai 6 anni, per gli studenti disabili e i laboratori. Sappiamo quanto sia difficile per le famiglie e lo sforzo che devono affrontare tutti i genitori. Abbiamo ricevuto garanzie dal Governo sull’attivazione immediata dei congedi parentali e dei bonus baby sitter».