«Ho odiato ogni minuto di allenamento, ma mi dicevo: Non rinunciare… Soffri ora e vivi il resto della vita come un campione». Il percorso di avvicinamento a un match di pugilato è paradossalmente il più duro e complesso, tortuoso e ricco di fatiche, fondamentale però per “formare” testa e muscoli in vista dello spettacolo del ring. Etinosa Oliha, per tutti “El Chapo”, educato e riservato fuori dal “quadrato”, ha dimostrato di sapersi trasformare in una macchina da pugilato non appena scavalca le corde: una sinfonia di movimenti armoniosi ed efficaci, lo sguardo fiero di chi conosce bene il proprio potenziale, l’hanno portato a vincere sinora tredici battaglie in altrettanti incontri da professionista e la cintura tricolore.
Il ritmo, nel pugilato, è tutto. Qualsiasi movimento tu faccia, nasce dal cuore: o ha il ritmo giusto, o sei nei guai: il battito di “Eti”, sempre sotto controllo nelle emozioni, ha finora dimostrato di essere perfetto, forse oltre le indicazioni che provengono della sua giovanissima età. A soli 23 anni è dal 2020 campione italiano dei pesi medi.
A fine marzo, al Pala Errebi San Quirico, rigorosamente a porte chiuse ma in diretta televisiva Raisport, per Oliha scatterà l’ora di un’altra sfida fondamentale, nel meeting organizzato dalla Loreni Boxe: la difesa del tricolore dall’assalto di Fabio Mastromarino. Nelle scorse ore il classe 1998 ha ricevuto visite importanti, come quella del Maestro Alessandro Boncinelli, che ne ha intuito, giovanissimo, lo straordinario potenziale. L’infortunio dell’avversario ha fatto slittare di alcune settimane l’appuntamento previsto per il 5 marzo, ma il portacolori Skull è pronto ugualmente alla battaglia.
Eti, come procede il percorso di avvicinamento al match?
«Abbiamo avuto tempo sufficiente a prepararci al meglio in vista dell’incontro. Tutto va per il meglio, ho avuto la fortuna anche di poter fare sparring di qualità».
Come si svolge la tua settimana tipo?
«In questo periodo di allenamento intenso dedico sei giorni su sette alla preparazione, due volte al giorno in settimana, solo la mattina il sabato. La domenica è la giornata libera, utile a ricaricare le pile. Abbiamo puntato tanto sul fondo, e ho fatto molta corsa. Due o tre volte alla settimana ho svolto sparring».
Intervista completa sul giornale di martedì 2 marzo