È un messaggio in un italiano un po’ “spagnoleggiante” quello che è comparso a fine gennaio su uno dei gruppi social dedicati a Villanova, pubblicato da Silvana Savio. Il cognome affonda chiaramente le sue radici nel Pianalto astigiano. È accompagnato da una vecchia foto in bianco e nero di un signore sorridente, probabilmente tratta da un passaporto del secolo scorso. «Ho trovato questa foto del mio nonno Giuseppe Savio, nato a Villanova d’Asti en 1915 – recita il messaggio – quando i suoi parenti Paolo Savio e Federica Bello sono morti con la influenza spagnola en 1918 a Villanova, Marco con cinque anni, Giuseppe con tre anni e Lucía con solo pochi mesi, sono rimasti orfani. Non so ancora chi li abbia cresciuti. Giuseppe ha sposato mia nonna Angiolina Roz a Chieri, e nel 1943 è nato mio padre, Paolo Savio, unico figlio, che l’altro ieri ha fatto 78 anni, e che vive felice in Argentina. Giuseppe, Angiolina e Paolo bambino andarono in Brasile nel 1948 e poi in Argentina nel 1956».
Non sembra un messaggio di ricerca né una richiesta di aiuto per ritrovare parenti lontani. Appare più come un’annotazione, una memoria del tempo passato, un’incisione nella corteccia della storia per dire: “Giuseppe Savio è stato qui”. Eppure quel messaggio e quella foto trovano forza e partono le ricerche delle radici di quel Savio partito per il Nuovo Mondo. Il sindaco Christian Giordano apre gli archivi comunali e trova gli atti di nascita e di morte di Marco e Lucia Savio, fratello e sorella del nonno di Silvana. Marco morì a Chatillon il 10 giugno del 1947, mentre Lucia è mancata a Nizza Monferrato il 25 giugno del 1958.
Ma le tracce della famiglia Savio non si perdono qui. Le notizie più interessanti per Silvana arrivano da Massimo Caudana, parente diretto. Anche Massimo si riallaccia ad una vecchia foto dell’album di famiglia: è quella di Angiolina Roz, nonna di Silvana e sorella della nonna di Massimo. Nella foto c’è anche Paolo bambino, il padre di Silvana. Dall’album di famiglia improvvisamente prendono corpo i ricordi e quelle storie sempre raccontate che sembravano solo il patrimonio nostalgico dei nonni e dei vecchi zii. Massimo ricorda ora che sua madre Luciana, figlia di Rosa, in passato aveva fatto vari tentativi per cercare di capire cosa fosse accaduto ad Angiolina. I contatti si erano persi dopo l’estate del 1993 e Luciana aveva provato anche a contattare il Consolato argentino in Italia, ma i tentativi non avevano portato a nulla.
Ora che i due rami della famiglia si sono in qualche modo ritrovati, Silvana ha saputo anche qualcosa in più della storia di suo nonno. Massimo racconta infatti che, dopo la morte dei genitori, Giuseppe Savio venne allevato dalle suore dei Savi, mentre suo fratello Marco venne adottato dalla famiglia Savio. La sorella era cresciuta circondata dall’affetto della nonna paterna di Massimo, Margherita Caudana, diventando in seguito suor Lucia. Lo scrigno dei ricordi si chiude qui, ma sicuramente Silvana e Massimo ora ne possiedono le chiavi.