Il mondo del Palio sta vivendo uno dei momenti più complicati e difficili da quando la manifestazione ha rivisto la luce nel 1967. Diventa sempre più problematico ipotizzare ciò che succederà.
Ipotizzare, certo, perché al momento, e siamo ad inizio marzo, non vi sono punti fermi e sicuri che possano consentire di gettare basi solide sullo svolgimento della manifestazione di settembre. Da tempo, troppo tempo, si viaggia a fari spenti. Ad aggravare una situazione di suo già assai problematica ha contribuito il peggioramento negli ultimi giorni dei numeri legati ai contagi e al diffondersi del Covid-19.
Le “strette” governative hanno bloccato sul nascere i timidi tentativi di ripartenza degli eventi abbinati al Palio che, faticosamente, i Comitati stavano cercando di riproporre.
Smarrimento, incertezza e dubbi, soprattutto dubbi. Tra un paio di mesi la città celebrerà San Secondo, il suo Patrono, e la ricorrenza costituirà o forse meglio, dovrebbe costituire, l’apertura ufficiale dell’anno paliesco, con gli eventi del sabato sera (Investitura e Giuramento dei Rettori, Stima dei Drappi) e del martedì in mattinata, quando vi sarà la consegna alla Collegiata da parte del Comune di uno dei due Drappi.
Il Covid la farà da padrone? Questa è la domanda che tutti si pongono, addetti ai lavori e non. Se i dati sul contagio dovessero essere meno allarmanti e attuando tutte le misure precauzionali e preventive a tutela del prioritario benessere delle persone, chissà…
Magari facendo svolgere gli eventi in forma ridotta e con un cerimoniale più contenuto, diventerebbe possibile gettare le basi indispensabili per cullare la speranza di rivedere a settembre i ventuno contendenti al canapo per la corsa. Altro particolare non secondario: tra giugno e luglio la pista dello stadio dovrebbe ospitare (sono già state messe in calendario dal Collegio dei Rettori, n.d.r.) le due sedute di prove di addestramento valide quale lasciapassare di idoneità per i mezzosangue da parte della commissione veterinaria. Saranno altri due momenti di svolta.
E’ opinione di chi scrive che si dovrà fare di tutto, ma proprio di tutto, affinché dopo un anno di vuoto totale Asti possa riavere il suo Palio. Senza mai, ovviamente, venire meno al rispetto delle norme di prevenzione e agendo nella più totale sicurezza.
Bisognerà provarci fino in fondo e, se la situazione lo permetterà, crederci, senza vacillare. Alzare in anticipo bandiera bianca sarebbe la peggiore delle battute d’arresto. Servirà il contributo di tutti, laddove contributo è da intendersi come necessario sforzo in più per rivedere la terra in Piazza Alfieri il prossimo settembre. Macchina organizzativa, Comune, Collegio dei Rettori, Comitati…
Mai come ora è necessario compattarsi e remare tutti nella stessa direzione, così da arrivare a settembre senza avere rimpianti per quanto in precedenza si sarebbe potuto fare.
Il Palio è in mezzo al guado e ha bisogno di un approdo sicuro. La difficile situazione astigiana viaggia di pari passo con le altre realtà paliesche nazionali, anche le più blasonate.
Nessuna certezza per nessuno. Solamente rinvii di date, speranza e lavoro. Per Rioni, Borghi, Comuni, Contrade, Quartieri e Terzieri, ossia le realtà locali delle singole manifestazioni, vedere cancellati i loro eventi anche in questo 2021 sarebbe nefasto. La possibilità di dover mollare tutto e abbassare le saracinesche diventerebbe concreta, inutile negarlo.
Un’opzione da scongiurare per Asti: prima di cedere e rischiare di interrompere oltre mezzo secolo di storia recente, fatto di di emozioni, personaggi, trionfi e delusioni, è il momento di intervenire.
Il Palio è un patrimonio cittadino. Il più prezioso. Potrà pure non coinvolgere o interessare tutta la cittadinanza, ma è in ogni caso la manifestazione astigiana più importante, famosa e seguita dell’anno. Da salvaguardare. Assolutamente!