Oggi, alle 13 davanti alla sede dell’Agenzia delle Entrate di Torino, in via Sidoli 35, si terrà un flash mob di protesta dei titolari di partita Iva di tutto il Piemonte. A promuoverlo PIL (Partite Iva Libere Piemonte), FIPI (Futuro Italiano Partite Iva), Movimento Nazionale Italiano e Amici d’Italia.
La manifestazione, regolarmente autorizzata e in programma anche in altre città italiane, sarà una presa di posizione congiunta dei lavoratori autonomi che vi aderiranno contro il «grave disagio creato al settore dalla gestione del Covid-19 nel nostro Paese».
Le motivazioni
«Se non possiamo lavorare, perché ci viene impedito, la conseguenza è la diminuzione o la totale mancanza di incassi. Un atto dovuto e di buon senso deve essere almeno lo sconto del debito verso l’Erario in misura pari alle perdite del fatturato degli anni 2020 e 2021: lo Stato deve assumersi la responsabilità delle sue decisioni», spiega Enzo Macrì, fondatore di PIL, movimento spontaneo nato nel febbraio 2020, alle prime avvisaglie della pandemia e della chiusura delle attività, che rappresenta oltre un migliaio di lavoratori con partita Iva.
«Da un anno subiamo solo misure restrittive e chiusure con gravissimo danno alle nostre già precarie attività e condizioni economiche», aggiunge Beba Pucciatti, presidente di FIPI, associazione nata a marzo dello scorso anno che conta oltre 2.600 partite Iva. «A nulla sono servite le elemosine dell’anno scorso, a cui sono seguite solo promesse non mantenute», prosegue. «Sono stati sospesi i termini di riscossione delle cartelle esattoriali che però ripartono tra poco. Riprenderanno anche more e sanzioni, in un momento economico identico a quello del 2020, aggravato però da mancati incassi».
«Come se non bastasse l’attuale situazione, che vede aziende in perdita dal 30 al 100 per cento con il pericolo di chiusura e fallimento per molti – aggiungono gli organizzatori – si preannuncia l’invio di circa 50 milioni di cartelle esattoriali, che andranno a sommarsi a quelle che molte partite Iva hanno già in pagamento rateizzato. Sarà quindi impossibile saldare le rate in corso e le ulteriori cartelle esattoriali, essendo praticamente senza introiti».
Le richieste al Governo
«Chiediamo il congelamento delle cartelle esattoriali ancora da notificare», concludono. «E’ necessario che quelle già in corso di rateazione e rottamazione siano rinegoziate, con sanzioni e interessi ridotti rispetto a quelli attuali, perché bisogna tener conto del periodo che stiamo vivendo. Le piccole e medie imprese sono quelle più in sofferenza: lo erano già in periodo pre-Covid e oggi stanno subendo le peggiori conseguenze. E’ su di esse che va riposta l’attenzione».