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Cronaca
Incidente di montagna

Il campione di freerider morto sotto la valanga era originario di Asti

Luca Pandolfi, ex studente del Giobert, si era trasferito a Chamonix per inseguire la sua grande passione per lo snowboard

Tradito da quella neve che era la sua vita e la sua passione: Luca Pandolfi, 47 anni, è morto oggi pomeriggio sotto una valanga che si è staccata in un canalone di Flassin, nella valle del Gran San Bernardo in Valle d’Aosta.

L’uomo, freerider di fama internazionale, era originario di Asti, dove aveva trascorso la sua infanzia e la sua giovinezza: aveva frequentato l’Istituto Giobert prima di trasferirsi a Chamonix per seguire la sua carriera sportiva di campione di splitboard, tavola da snowboard che si divide in due per risalire anche i pendii più ripidi dai quali poi si lanciava in discese estreme.

Pandolfi aveva disceso le montagne più spettacolari del mondo, dalle Ande all’Himalaya.

Secondo quanto riferiscono i giornali della Valle d’Aosta, oggi pomeriggio stava discendendo il canalone insieme ad un compagno in una zona dove si erano accumulate abbandonanti nevicata negli ultimi giorni. Una zona nella quale, oggi, era prevista un grado di livello 3 per quanto riguarda il rischio valanghe.

Ad un tratto, poco dopo aver affrontato la discesa, si è staccata la slavina che, data la forte pendenza del canalone, ha immediatamente inghiottito lo snowboarder e lo ha portato a valle con violenza, tanto da fargli perdere anche il dispositivo utile per essere rintracciati sotto la neve.

L’incidente è stato immediatamente segnalato dall’amico che non è stato investito dalla valanga e subito si è alzato un elicottero della Protezione Civile; sul posto anche alcune squadre del Soccorso alpino valdostano che, anche grazie ad un cane antivalanghe, hanno trovato il corpo senza vita di Pandolfi.

La salma è stata portata alla camera mortuaria di Courmayeur mentre i finanzieri del soccorso alpino hanno avviato gli accertamenti su quanto accaduto.

In un’intervista rilasciata a www.sportdimontagna.com, Pandolfi aveva recentemente dichiarato: «La montagna per me è una palestra di vita, un modo per viaggiare, entrare in contatto con posti nuovi e conoscere me stesso In montagna mi sento vivo e creativo». Nato nel giorno di Natale, doveva ai suoi genitori la scoperta di questa passione perchè furono loro, per il suo diciottesimo compleanno, a regalargli un soggiorno a Megeve, agli albori dello snowboard in Italia. Fra Luca e questa allora “nuova” attrezzatura da sci fu subito amore a prima vista: «Per me, che sono sempre stato attratto dal lato selvaggio della montagna, si è aperto un nuovo mondo, dato che gi sci tradizionali non sono il massimo per galleggiare sulla polverosa neve dei fuori pista». Un fuoripista che oggi pomeriggio gli è stato fatale.

(foto di copertina tratta da Aostasera.it – la seconda foto tratta da snowpassion.it)

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