Avevano scelto un casotto fatiscente in mezzo ad un bosco di Migliandolo, frazione di Portacomaro, per trasformarlo in una serra per coltivare marijuana, ma non sono fuggiti al “controllo del vicinato” e alle indagini dei carabinieri.
Due uomini, G. E. 21 anni residente ad Asti e D. A. di 32 anni di Tigliole sono stati arrestati dai militari della sezione operativa della Compagnia di Asti per coltivazione di spaccio di sostanze stupefacenti cui si sono aggiunte le accuse di energia elettrica e detenzione di munizioni.
L’indagine è partita dalle numerose segnalazioni arrivate ai carabinieri di Asti dello strano via vai al casotto disabitato e in parte diroccato, a tutte le ore del giorno. Era stato segnalato anche un filo di fumo uscire dal camino del casotto che era stato svuotato dei pochi mobili che conteneva, accatastati fuori.
I carabinieri si sono appostati e hanno effettivamente constatato le tante visite dei due arrestati che arrivavano con una Bmw di colore nero, la parcheggiavano in zona e raggiungevano a piedi il casotto. Avvicinandosi hanno anche avuto modo di riconoscere l’inconfondibile odore di hashish che usciva dal rudere cui erano state oscurate le finestre con tende nere e la porta di accesso chiusa con un grosso lucchetto ingiustificato visto lo stato dell’immobile.
E’ stato ieri che i carabinieri hanno deciso di agire sorprendendo i due, subito dopo aver lasciato la Bmw ed essersi infilati nel rudere. Carabinieri di Asti e Moncalvo sono intervenuti e hanno identificato i due, già noti alle forze dell’ordine.
Una volta entrati nel casotto i carabinieri si sono trovati davanti ad una serra in cui erano coltivate 130 piante di marijuana in tecnica idroponica con tutta l’attrezzatura utile a far crescere le piante in ambiente chiuso: lampade con pellicola argentata per la rifrazione della luce, ventilatori accesi, fertilizzante, casse d’acqua per bagnare, vasi, terriccio, innaffiatoi. Non solo, era presente anche un collegamento abusivo alla rete elettrica Enel che è stato immediatamente disattivato da un tecnico.
Il blitz è proseguito a casa dei due. Da G. E., dipendente di un supermercato astigiano, hanno trovato 6 mila euro in contanti, ritenuti sproporzionati al reddito e considerati provento dell’attività di spaccio dell’haschish. A casa di D. A., invece, è stato trovato un etto di haschish, 14 grammi di cocaina, 70 grammi di sostanza da taglio, 2 bilancini di precisione, una rivoltella a gas modificata, 10 proiettili da arma comune da sparo e 20 da arma da guerra oltre ad alcune cartucce per fucile da caccia.
Di qui le multiple accuse e la loro detenzione alle carceri di Asti ed Alessandria in cui attenderanno l’udienza di convalida.