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Adriana Bucco
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Integrazione

Cellarengo, un modello di integrazione ostacolato dalla burocrazia

La sindaca Adriana Bucco: «Non è dignitoso che chi vive tra noi facendo il proprio dovere debba aspettare mesi per il rinnovo del permesso di soggiorno»

A Cellarengo vivono, da qualche anno, alcuni cittadini provenienti dai più remoti luoghi del mondo, perlopiù dall’Africa e dall’Est Europa. Un modello di integrazione che sta funzionando, favorito dalla sindaca Adriana Bucco e dalla sua amministrazione.

«Sono una decina i neo cittadini extracomunitari che abitano nella nostra cittadina – dice Adriana Bucco – tutti con un lavoro e perfettamente integrati e benvoluti». Per spiegare quanto sia riuscita la convivenza con i nuovi arrivati, la prima cittadina ricorda che qualche anno fa un immigrato gambiano morì in un incidente e fu lanciata una raccolta fondi istantanea per garantire il rientro in patria della salma. «Nonostante la retorica di certa parte politica – racconta la Bucco – non ci fu nessuno a Cellarengo che non mise mano al portafoglio per quel gesto di solidarietà dovuto ad un nostro sfortunato concittadino. In poche ore raccogliemmo 1.800 euro per il funerale».

Ma non è sempre facile. A volte ci si mette di mezzo la burocrazia a complicare le cose e a rendere difficile la vita di chi viene da lontano e non ha gli stessi diritti degli altri cittadini.

Succede ad Amadou (il nome è di fantasia), di nazionalità senegalese, residente da tempo a Cellarengo con un lavoro regolare in un’azienda della zona, apprezzato anche per le sue abilità manuali che mette a disposizione dei suoi vicini per i piccoli lavoretti di manutenzione della casa e del giardino. Amadou si è recentemente sposato lasciando la moglie nel paese nativo. E’ naturale che vorrebbe raggiungerla sfruttando i suoi congedi dal lavoro, come farebbe chiunque con la famiglia lontana. Purtroppo Amadou non è una persona qualunque: per spostarsi dal nostro Paese ha bisogno delle carte in regola. E finora le carte in regola Amadou le ha sempre avute. Il suo permesso di soggiorno è sempre stato rinnovato senza problemi fino a quando non è arrivata la pandemia.

«Da tempo Amadou ha presentato la richiesta per il rinnovo – spiega la sindaca – ma non ha avuto nessuna risposta. I ritardi accumulati in Questura in quest’ultimo anno non permettono neppure di avere un orizzonte temporale a breve termine. Non ci rendiamo conto quanto sia difficile per queste persone destreggiarsi tra documenti e tempi infiniti della macchina burocratica. Quello che per noi è scontato come raggiungere i parenti lontani, per loro è un percorso ad ostacoli. Non mi sembra dignitoso per chi vive tra noi facendo il proprio dovere».

La sindaca Bucco pensa che sia necessario un intervento per rafforzare gli uffici preposti al rilascio dei permessi di soggiorno. «Se necessario – conclude – anche con l’intervento di volontari che supportino la macchina pubblica. Siamo disponibili». La preoccupazione di Adriana Bucco è che vengano vanificati gli sforzi che gli amministratori fanno ogni giorno per garantire l’integrazione nelle loro comunità per la difficoltà di rispondere agli adempimenti richiesti dalla legge. E Amadou, intanto, attende la sua risposta.

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