Qualcuno avrà pensato che potesse esserci un errore, ma così non è. Nell’elenco delle proposte progettuali per il Recovery Plan, approvate la scorsa settimana dalla Regione Piemonte e inoltrare al Governo che deciderà nel merito, c’è anche il teleriscaldamento ad Asti per un valore di 78.500.000 euro.
A proporlo alla Regione non sono stati Enti locali, che sembra non ne sapessero nulla a riguardo, ma la stessa Iren che da anni vorrebbe vedere approvato il suo progetto di creare una rete di teleriscaldamento in città. Iniziativa che, in prima battuta, prevedeva la costruzione della centrale termica a ridosso dell’ospedale Massaia. Lo stesso progetto contestato da molti partiti, associazioni ambientaliste e di cittadini, quindi “bocciato” in via definitiva, così si pensava, dal sindaco Rasero.
Ora torna, a sorpresa, di attualità nel Recovery Plan. «Eppure gli astigiani – commentano dal gruppo consiliare di minoranza Uniti si può – avevano ampiamente bocciato il progetto, i cittadini si erano mobilitati, avevano raccolto firme e infine, a proposta ormai accantonata, avevano punito severamente la maggioranza uscente alle elezioni del 2017».
«Bisogna ricordare – continuano dalla lista civica – che gli strascichi di quella proposta campata in aria pesano oggi come macigni su Asp e sul Comune, che si trovano ad affrontare una spinosa trattativa con un socio privato per definire gli aspetti economici derivanti dalla nascita di AEC, Azienda che era sorta ad hoc per gestire teleriscaldamento ed illuminazione pubblica. Infatti, se il teleriscaldamento era miseramente naufragato, il progetto sulla gestione dell’illuminazione pubblica è andato in porto, ma successivamente un pronunciamento dell’Autorità nazionale Anticorruzione ha giudicato illegittimo quel duplice affidamento diretto da parte del Comune: ora in ballo c’è un corretto affidamento del servizio e soprattutto il rimborso economico per un socio privato che ha fatto un importante investimento nell’illuminazione pubblica».
Ma nel frattempo Iren è diventato «socio di maggioranza di GAIA e AEC e principale socio di minoranza di Asp, posizioni attraverso cui di fatto Iren controlla il ciclo dei rifiuti, l’acqua, l’illuminazione pubblica e i trasporti pubblici» sottolineano da Uniti si può.
«Ribadiamo con forza, come abbiamo detto già molte volte, – concludono dal sodalizio – che l’unica possibilità per mantenere il controllo su Asp sia quella di fare dei nuovi patti parasociali in cui venga limitato il ruolo del socio privato e si rafforzi quello del Comune. Se ce ne fosse stato ancora bisogno, questa iniziativa del redivivo teleriscaldamento è la prova definitiva».
Una risposta
NO a questo ecomostro alle spalle di un grande Ospedale !