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Rocca d’Arazzo, il ricordo di Pierluigi Berta in un volo di farfalla

A tre anni dalla morte lo ricordano gli amici e la moglie Giovanna, che ha trasformato in un quadro le sue amate cravatte

Sono passati tre anni da quel terribile pomeriggio di aprile in cui un malore improvviso si è portato via Pierluigi Berta, allora sindaco di Rocca d’Arazzo. Un velo di tristezza scese su tutto l’Astigiano, nelle tante persone che lo avevano conosciuto, come amico, collega, amministratore comunale, sempre impegnato nell’ambito del volontariato e dell’arte, dalla musica alla recitazione e come autore di testi. Una personalità qualla di Pier, come gli amici lo chiamavano, di grande carisma, che trasmetteva tanta grinta ed energia a chi gli stava intorno; figura di grande intelligenza e cultura, era animato da una particolare carica di umanità e bontà d’animo.

Dipendente della Provincia di Asti dal 1982, era stato eletto sindaco di Rocca d’Arazzo nel 2014. Dall’estate 2017 era anche presidente dell’Unione collinare “Valtiglione e dintorni”. Appassionato di musica, attore e autore di testi, speaker dei più importanti eventi ufficiali della città e della provincia, è scomparso il 26 aprile 2018 a soli 57 anni.

E ha lasciato un grande vuoto, tra quanti con lui hanno condiviso progetti, esperienze, lavoro e passioni. Ma la sua presenza e la sua guida continuano a sentirsi. A volerlo ricordare è innanzitutto la moglie Giovanna, circondata, insieme alle figlie Federica e Arianna, sempre da grande affetto e dalle continue testimonianze della stima che tutti avevano per lui. Giovanna Barbero in questi giorni ha anche voluto mostrare come la creatività e l’arte, passioni che tanto animavano Pierluigi, aiutino anche nei momenti più bui. «Quando una persona se ne va, dobbiamo inevitabilmente fare i conti con le cose che ci lascia sparse per casa. All’inizio, a mantenere il ricordo più vivo sono i profumi, che però man mano si affievoliscono, lasciando il posto a oggetti e vestiti. Nel caso specifico, lasciando anche spartiti, scalette per la presentazione di eventi e manifestazioni e cravatte. Tante cravatte, tutte diverse e coloratissime. Non c’era giorno in cui Pierluigi non indossasse una cravatta per lavoro, per presentare serate musicali, per partecipare a eventi istituzionali o semplicemente per diletto. Era uno dei suoi segni distintivi», racconta la signora Giovanna.

Il quadro realizzato dalla moglie Giovanna Barbero con le cravatte di Pierluigi Berta

Proprio trovandosi di fronte a così tante cravatte, strettamente legate alla figura di Pierluigi, Giovanna ha deciso di dar loro una nuova vita, trasformandole in una coloratissima farfalla. «Nei giorni successivi alla sua scomparsa, una farfalla ha volato più volte intorno e dentro casa, con insistenza, quasi a voler farsi notare. Come dice il romanzo “La casa delle farfalle” di Silvia Montemurro, “le persone che abbiamo amato tornano sempre da noi. A volte hanno le ali di una farfalla”. Ora il ricordo di Pierluigi, oltre che impresso nella memoria chi lo ha conosciuto, è tangibile e sta dentro una cornice che emana luce e bellezza».

Il pensiero ogni giorno a Berta è anche quello di Fabio Fassio, attore del Teatro degli Acerbi, anch’egli della frazione Santa Caterina di Rocca, un’intera vita di amicizia e la condivisione della passione artistica: «Ne sono sicuro, in questo anno in cui il mondo è diventato grigio tu avresti inventato qualcosa per renderci un po’ meno soli. Non ce l’avrebbe fatta Pier a rassegnarsi a lasciar scorrere il tempo».

E così lo ricorda Massimo Barbero, anch’egli attore del Teatro degli Acerbi, che con Pierluigi condivideva amicizia, la passione artistica, il paese di Rocca: «È davvero difficile scrivere un ricordo di Pier. Perché. Perché la sensazione è sempre la stessa. Pier c’è. Non riesco a credere che se ne sia andato. Mi aspetto sempre di trovarlo dietro l’angolo, di incrociarlo, “ciao Max” e darmi un cinque. E di trovare il suo sguardo: positivo e creativo quando c’era da fare qualcosa di teatrale insieme. Serio e rapido quando c’era da condividere qualcosa di più gravoso, che entrambi sapevamo, tra fiducia e consapevolezza. Quanto manchi al tuo paesello di artisti, alla tua comunità che va avanti ritrovandoti in ogni dove, in ogni pensiero, in ogni ricordo. Quanto manchi, a tutti».

Il ricordo di Berta in questi giorni anche da parte di Luigi Torchiano, presidente dell’Unione collinare “Valtiglione e dintorni” prima di lui: «Di Pier ho apprezzato la sua disponibilità, impegno e competenza come amministratore; tante sono state le occasioni di collaborazione: il suo ricordo rimarrà per sempre». E tanto impegno Pierluigi Berta aveva dedicato all’amministrazione comunale, prima come vicesindaco e poi come primo cittadino. Un amore per il suo paese che lo aveva accompagnato sempre, a partire dalla piccola borgata di Santa Caterina in cui viveva e di cui era stato l’anima, trascinatore di tante iniziative e punto di riferimento per tutti, anche dei più giovani.

In suffragio di Berta sarà celebrata una messa sabato, 24 aprile, alle 17,30, nella chiesa parrocchiale di Santa Caterina di Rocca d’Arazzo.

 

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