Sono già arrivate a destinazione le lettere di licenziamento ai 406 lavoratori ex Embraco spedite dal curatore fallimentare della Ventures.
La formula è fredda ma definitiva: “Mio malgrado – scrive il liquidatore – Le comunico il recesso dal rapporto di lavoro a far data dal 22 luglio 2021”. Dopo quella data non resta che il ricorso alla Naspi, il sussidio di disoccupazione.
I sindacati hanno chiesto l’immediato ritiro delle lettere di licenziamento e l’intervento, ancora una volta, del ministro del lavoro Orlando e del ministero dello sviluppo economico per prorogare gli ammortizzatori sociali e per far partire il progetto Italcomp con l’Acc di Mel, in provincia di Belluno.
Una richiesta che ormai ha il fiato corto. Il Mise sembra aver definitivamente abbandonato l’idea di costituire il “polo del compressore italiano” e si sta sfilando dalla ricerca di una soluzione alla crisi. Se la viceministra Alessandra Todde aveva sottoscritto un verbale d’incontro con le parti sindacali in cui aveva annunciato la presentazione di un “emendamento Giorgetti” all’articolo 37 del Dl “Sostegni” per sbloccare i finanziamenti alla veneta Acc e garantire la continuazione della produzione fino alla fusione con la rivese Embraco nell’Italcomp, il ministro dello sviluppo economico ha invece smentito l’esistenza di una simile proposta. L’emendamento Giorgetti non è stato e non sarà presentato.
Il ministro Giancarlo Giorgetti resta disponibile ad intervenire solo se si troverà un socio privato disposto ad entrare nella compagine Acc. In caso contrario, sostiene il ministro, non sarà possibile aggirare le regole europee sugli aiuti di stato e l’accesso ai finanziamenti tramite la SACE.
Alla notizia della sparizione dell’emendamento Giorgetti i lavoratori dell’azienda bellunese sono scesi in sciopero accusando il Governo di non mantenere le promesse e chiedendo l’intervento di Draghi.
La rabbia si è subito propagata anche a Riva, dove i dipendenti dell’ex Embraco accusano il voltafaccia del Governo e di essere stati presi in giro per 4 anni.
Fiom Fim e Uilm parlano apertamente di dietrofront del Governo pubblicando il verbale dell’incontro con la Todde, ma sembra che il destino degli operai sia ormai segnato.