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Piccione Sabastiano
Cultura e Spettacoli
Narrativa

Sebastiano Piccione: “Parlo di me, operaio della musica”

Nel libro “La mia vita: che spettacolo!”, con prefazione di Roby Facchinetti, racconta 28 anni da direttore di produzione a fianco di grandi artisti

«La figura più sottovalutata nel mondo del live è sicuramente il tecnico. Per essere assunto, deve rispondere principalmente a due requisiti: il primo è quello di indossare, giorno e notte, estate e inverno, dei pantaloni con grandi tasconi, meglio se degli anni ‘90. Il secondo è quello di essere un fumatore di tabacco, di quelli che fumavano tabacco già quando non era consuetudine».
Così comincia il prologo di “La mia vita: che spettacolo!” a firma di Sebastiano Piccione, da 28 anni direttore di produzione e produttore esecutivo al fianco di artisti della musica italiana e straniera. In sostanza, un tecnico che fa da interfaccia tra l’artista e tutto ciò che gli sta intorno, fondamentale per la riuscita di un concerto, un tour o un programma televisivo. Anche se Piccione si è sempre definito un «operaio della musica», in quanto, in caso di necessità, non si è mai tirato indietro a collaborare nelle mansioni più faticose, come scaricare il materiale prima di un concerto.
Un libro ricco di aneddoti, fotografie e che reca la prefazione di Roby Facchinetti dei Pooh.
In distribuzione dall’inizio di febbraio, è stato pubblicato da Letteratura Alternativa Edizioni, casa editrice astigiana guidata da Romina Tondo e Pablo Toussaint.
Così come astigiano (d’adozione) è Sebastiano Piccione, che vive in città con la sua famiglia dal 2004, dopo il matrimonio. Anche se, come afferma, ha «passato più tempo ad organizzare concerti che a fare il padre… e tutto questo per il divertimento degli altri».

Gli esordi e la carriera

Il suo lavoro, infatti, l’ha portato sempre in trasferta, in Italia e all’estero. «Nel libro – spiega – racconto la mia carriera dagli esordi a Catania, la mia città, dove ho mosso i primi passi come organizzatore di concerti, ereditando la passione per la musica respirata in famiglia, dato che mio nonno era direttore della banda musicale cittadina e la mamma soprano lirico al Teatro Massimo Bellini. E, al contempo, immergendomi nell’ambiente frizzante degli anni ‘80, dove Catania era “la Seattle” della musica».
Da allora ha collaborato dietro le quinte con grandi nomi della musica nazionale e internazionale: Carmen Consoli, Mario Venuti, Mango, Antonella Ruggiero, Ligabue, Pino Daniele, Subsonica, Modena City Ramblers. Ha anche lavorato per l’agenzia Mescal di Nizza Monferrato, che aveva in carnet, tra i tanti artisti, Carmen Consoli; quindi con MTV e con Fiorello per programmi su Sky 1 e in Rai. E ancora, è stato stage manager italiano di Bruce Springsteeen e, dal 2006 al 2016, direttore di produzione dei Pooh.

Dieci anni a fianco dei Pooh

«La mia vita professionale è fatta di casualità, di occasioni che si presentano una sola volta», confida. «Come avvenuto con i Pooh. Sono entrato nel loro mondo nel 2006 e non ne sono più uscito, accompagnandoli fino al 2016, quando si sono sciolti. Per loro sono stato direttore di palco e di produzione. Insomma, a livello live e televisivo tutto è stato gestito da me. Mi hanno dato la vera formazione professionale e in quel periodo ho capito il loro segreto. I Pooh non erano un gruppo: erano artisti singoli che, uniti, avevano creato qualcosa di impossibile da replicare. Non esisteva un leader. Erano tutti dei leader e tutti dei grandi musicisti».

La stesura del libro

Il libro, che intreccia il racconto della carriera con la sfera personale e familiare, è stato scritto durante il lockdown, un periodo molto difficile per l’autore e tutti i colleghi del mondo dello spettacolo dal vivo. «Durante il primo periodo di stop, nella primavera 2020 – racconta – ero tranquillo, perché pensavo che la questione si sarebbe risolta velocemente. Invece, adesso, è oltre un anno che non lavoro, a parte qualche occasione che si è rilevata importante più a livello psicologico che non retributivo. Il guadagno, per noi tecnici, deriva dai tour. Per questo, insieme ai colleghi, ho preso parte alle proteste organizzate a Roma e Milano. Ci chiamano gli “invisibili”, ma io preferisco il termine “indispensabili”».
“La mia vita: che spettacolo!” (67 pagine, 12,90 euro) è in vendita nelle librerie e on line, oltre che acquistabile presso la sede di Letteratura Alternativa Edizioni in via Calosso 5.
Da ricordare che è stato pubblicato in partnership con l’Agorà, società di service che, tramite Agorà crew onlus, lo ha sponsorizzato, acquistandone 150 copie da distribuire ai lavoratori dello spettacolo.

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