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Il metodo Validation per imparare a gestire i familiari affetti da demenza

Promosso dall’Associazione Alzheimer Asti, in collaborazione con Agape Avo, si basa sugli insegnamenti della gerontologa Naomi Feil

Spesso le problematiche comportamentali legate alla demenza rendono molto complessa la gestione della quotidianità. Le difficoltà di comprensione reciproca tra il familiare e il proprio caro, disorientato e confuso, provocano infatti profonda stanchezza, fisica ed emotiva.
Un supporto a chi si prende cura dell’anziano con deterioramento cognitivo arriva però dal Metodo Validation, che propone una rivoluzione nell’approccio all’anziano riconoscendolo come persona nella sua totalità, attraverso una tecnica di comunicazione che incide sul contatto empatico.
Per far approfondire meglio questo metodo l’associazione Alzheimer Asti, in collaborazione con Agape Avo (Authorized Validation Organization), ha avviato il corso di formazione “Tra me e te. La relazione convalidante con persone affette da demenza”.
Rivolto esclusivamente a familiari di persone affette da demenza, si sta svolgendo a distanza sulla piattaforma Google Meet. A condurlo Cinzia Siviero, responsabile e coordinatrice delle attività formative di Agape Avo, oltre che insegnante certificata del metodo Validation, e Paola Rabino, educatrice professionale e formatrice certificata del metodo.

Il Metodo

Ideato dalla gerontologa e terapeuta sociale americana Naomi Feil, classe 1932, in un’epoca in cui la medicina si teneva ben lontana dal considerare l’uomo nella sua complessità, questo metodo diede molta importanza alla relazione. Infatti Naomi Feil osservò che, a seconda di come si approcciava agli anziani, gli effetti della comunicazione cambiavano enormemente. Solo per fare alcuni esempi, proporre ragionamenti non dava buoni frutti, se non nelle primissime fasi; imbrogliare comprometteva il rapporto di fiducia (nonostante la compromissione della memoria non lo facesse ritenere possibile); infantilizzare, pur nell’intento di proteggere e accudire, andava a ferire l’autostima della persona.
Con un atteggiamento concentrato sull’accoglienza emozionale e sull’accettazione, più legittimante, la situazione cambiava invece di molto. La gerontologa cominciò così a sostenere che, nelle persone molto anziane con disturbi di tipo comportamentale, anche i fattori psico-sociali, e non solo quelli fisici, incidevano sul disorientamento. In questo modo andava lentamente delineando quella che, successivamente, divenne una guida a favore di chi si occuopa degli anziani, basata sulla “relazione come cura”.
Il Metodo Validation rappresentò quindi, in quel periodo, una rivoluzione nell’approccio all’anziano, che passò da un modello biomeccanico, concentrato sul deficit, ad un modello olistico, in cui si riconosceva la persona nella sua totalità.

Il corso

Cominciato lo scorso 4 maggio, comprendente tre lezioni, il corso terminerà martedì 18 maggio, sempre dalle 16.30 alle 18.
Nel primo incontro si è lavorato sul tema “Le perdite”. Le relatrici hanno stimolato i partecipanti a comprendere emotivamente come l’anziano disorientato vive e reagisce a queste situazioni. Il secondo appuntamento è stato incentrato sui “Disturbi del comportamento”, per imparare a vivere i disturbi comportamentali come manifestazione di bisogni. Nell’ultimo incontro, poi, si approfondiranno alcune tecniche utili per apprendere la capacità ed esplorare il mondo dell’altro autenticamente.
Durante tutte le lezioni viene dato ampio spazio all’accoglienza dei bisogni e alla condivisione di esperienze.
Da sottolineare che l’iniziativa fa parte di una ricerca sperimentale, condotta dall’Università Bicocca di Milano, che valuterà la ricaduta del metodo sulla vita quotidiana dell’anziano e della sua famiglia attraverso test validati.

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