La FAO (The Food and Agriculture Organization) ha voluto dedicare il 2021 a celebrare, sotto vari punti di vista, la frutta e la verdura. Così ha deciso di promuovere il valore storico, culturale, artistico, agronomico, nutrizionale, culinario e sociale del “patrimonio locale” di frutta e verdura affidando a soggetti terzi, in questo caso i Club UNESCO, il racconto di queste eccellenze attraverso convegni e incontri a tema.
Succederà anche nella nostra provincia dove i Club UNESCO di Asti e Canelli celebreranno l’iniziativa della FAO con una serie di eventi tutti incentrati sulla frutta e sulla verdura delle nostre colline.
Lunedì pomeriggio il programma è stato presentato durante una conferenza stampa on line, ma l’intenzione dei Club è creare una road map fino all’autunno coinvolgendo anche diversi comuni che hanno saputo far emergere e promuovere oltre il confini dell’Astigiano, e spesso del Piemonte, le proprie eccellenze agricole.
«La finalità delle iniziative programmate – spiegano i promotori – è la crescita della consapevolezza del ruolo ed importanza della biodiversità astigiana e monferrina nel campo delle colture orticole e frutticole che ha trovato singolare ed apprezzata espressione in molti altri campi: dall’arte alla cucina, dalle feste paesane sino ai prodotti di fama internazionale dell’industria di trasformazione».
C’è anche un aspetto non secondario di divulgazione del “sapere locale” volto a valorizzare le produzioni agrarie, a prima vista povere, ma oggi molto ricercate sui mercati nazionali ed esteri come indiscusse “eccellenze” agroalimentari. «Questo percorso di valorizzazione della qualità e della biodiversità – continuano dai Club UNESCO – riteniamo possa essere utile per altre realtà nel mondo, in particolare nei Paesi meno sviluppati, nello spirito di condivisione culturale intrecciato dalla FAO».
I vari punti di vista
È chiaro che le prelibatezze agroalimentari dell’Astigiano possono essere declinate sotto vari punti di vista: agronomico, culturale, economico e paesaggistico. Proprio per approfondire questi aspetti, i Club UNESCO hanno organizzato due incontri che si terranno ad Asti, a giugno, e a Canelli, a ottobre.
Il primo, sabato 12 giugno, ospitato al Polo Universitario di Asti, si intitola “Il patrimonio cultivarietale orticolo dell’Astigiano: storia, cultura, tradizione e innovazione”. Il secondo, il 2 ottobre nelle Cantine Bosca di Canelli, ha come titolo “Ruolo e importanza dell’uva nella cultura astigiana: un patrimonio dal valore universale”.
In programma inoltre una Tavola rotonda e un concorso d’arte, intitolati “Frutta e Verdura, Cuore e Cervello”, che saranno ospitati all’Art Park “La Court” di Castelnuovo Calcea sabato 25 settembre.
Gli eventi nei Comuni astigiani
Saranno cinque le manifestazioni che animeranno gli eventi sul territorio, tutti dedicati a una delle eccellenze di cui l’Astigiano può andare orgoglioso.
Si inizierà alla Cantina sociale di Vinchio e Vaglio Serra, sabato 3 luglio, con l’evento “L’asparago saraceno e le vigne vecchie”. Quindi seguiranno “Il peperone quadrato. Un’eccellenza del territorio” (Motta di Costigliole e Isola d’Asti, ad agosto), “La pesca limonina” (Variglie, agosto), “Il peperone di Capriglio” (agosto) e “Il cardo gobbo” (Nizza, a novembre).
Prodotti di nicchia che hanno acquistato mercato
Le eccellenze astigiane al centro degli eventi sono prodotti che, in passato, era considerati di nicchia, ma con il tempo si sono distinti diventando molto ricercati e quindi promossi a presidi slow food. «Quando si parla di cibo bisogna sempre considerare che è uno dei bisogni primari dell’uomo: se l’agricoltura non funziona, noi non mangiamo – commenta il professor Enrico Ercole, presidente del Club UNESCO di Asti – Gli individui cercano di soddisfare i piaceri, come quello del cibo, e avendo le possibilità economiche si è disposti a spendere un po’ di più per mangiare bene. Infatti l’operazione slow food, che è nota in tutto il mondo, è nata proprio come un progetto economico. Il problema nel prossimo futuro riguarda le nostre biodiversità e i cambiamenti climatici che ne modificheranno le aree di coltivazione. L’Italia, grazie alla sua posizione estremamente favorevole, gode di una biodiversità incredibile e la prova ne è anche il numero di varietà di eccellenze che vediamo nell’Astigiano».
Durante il primo convegno del 12 giugno si parlerà di storia, di tradizioni, ma anche di innovazioni che hanno contribuito a far conoscere la cucina italiana in tutto il mondo. «D’altro canto il pomodoro, – conclude Ercole – che oggi è alla base del piatto tradizionale italiano più noto al mondo, la pizza, è arrivato solo dopo la scoperta delle Americhe, quindi in un periodo relativamente recente». Come dire: le eccellenze e le tradizioni alimentari vanno difese, ma senza chiudersi alle novità del mondo.