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Cinghiali in vigneto
Attualità
Massimo impegno delle parti

Emergenza cinghiali: i vertici di Coldiretti Asti hanno incontrato il presidente della Provincia

Presentato un decalogo di interventi urgenti per rendere trasparente ed efficace il sistema dei prelievi

«Siamo in totale emergenza», lo hanno ribadito i vertici di Coldiretti Asti al presidente della Provincia di Asti, Paolo Lanfranco, e al consigliere delegato alla Caccia, Davide Massaglia, in un incontro definito «chiarificatore, leale e costruttivo sull’emergenza causata dai cinghiali e dagli altri animali selvatici alle colture agricole e non solo».

Con il presidente e il direttore, Marco Reggio e Diego Furia, era presente una rappresentanza di agricoltori fra cui il vice presidente dell’Associazione nazionale allevatori bovini di razza Piemontese, Andrea Rabino, il vice presidente dell’associazione regionale allevatori, Arap, Franco Serra, il rappresentante di parte agricola nell’ambito territoriale di caccia “Atc At1 Nord Tanaro”, Renzo Allegretti.

«Il dialogo è stato propositivo da entrambe le parti – ha dichiarato il presidente Reggio dopo l’incontro – e si è convenuto come la situazione sia insostenibile e che occorra intervenire immediatamente ed efficacemente nella riduzione dei capi presenti sul territorio. Abbiamo sinteticamente presentato un documento, inviato poi allo stesso presidente Lanfranco, al presidente dell’Atc Antonello Murgia e, per conoscenza, al Prefetto di Asti, con le proposte urgenti di possibile attuazione».

«Abbiamo elencato – ha rimarcato Furia – quanto occorra mettere in pratica, ognuno riguardo alla propria competenza, fra le possibili azioni per contenere i danni alle persone e alle colture. Gli agricoltori e i cittadini pretendono il massimo impegno da parte di tutte le parti in causa nella gestione della fauna selvatica».

Il documento di Coldiretti Asti interviene, anche con elementi innovativi, per dare maggiore trasparenza ed efficacia al sistema di riduzione dei capi in esubero. In particolare, si chiede di introdurre meccanismi per obbiettivi, basati sul reale impegno e sui risultati ottenuti dai soggetti interessati.

«Abbiamo chiesto – rileva Reggio – di applicare alcune norme di buonsenso che spesso vengono citate, ma che gli operatori preposti non hanno mai avuto la costanza di concretizzare».

«Serve poi – aggiunge Furia – scardinare alcuni meccanismi consolidati che hanno portato a questa emergenza. La situazione impone di avviare subito un cambiamento delle regole che governano il prelievo della fauna. Uno dei primi obbiettivi, che si deve e si può sicuramente perseguire, è di intervenire con la stessa efficacia in ogni zona del territorio provinciale. La stessa Provincia e l’Atc devono farsi carico di un’azione di discontinuità nei confronti di guardie venatorie, operatori faunistici di selezione (OFS) e squadre di cacciatori».

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