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Cronaca
Tribunale

Asti, zio condannato per violenza sessuale sul nipote

Una brutta storia che arriva da un paese della provincia. Ha approfittato del ragazzino, allora minorenne, durante un’estate

Una storia di quelle che fanno rabbrividire e che il tribunale di Asti, in composizione collegiale (giudici Dovesi, Bertelli, Dematteis), ha pesantemente stigmatizzato con una condanna a 9 anni dell’imputato.
Imputato che era accusato di aver violentato, ripetutamente, il nipote ancora minorenne all’epoca dei fatti.
Non faremo il nome dell’imputato né daremo dovizia di particolari del processo per mantenere la doverosa privacy della giovane vittima.
I fatti risalgono a due anni fa e si sono consumati in un paese della provincia.
Il ragazzino è figlio di una coppia di genitori separati; finito il matrimonio, la madre con il figlio è tornata nella casa di famiglia che condivideva con alcuni suoi fratelli. Una casa grande, che consentiva una convivenza comoda ma, evidentemente, non così serena come appariva. Così è emerso, durante il processo, che a causa delle assenze della madre per ragioni di lavoro, il ragazzino era seguito da uno zio. All’inizio era andato tutto bene, poi la confidenza fra zio e nipote ha preso una piega che ha portato alla violenza che si è consumata, secondo il racconto della vittima, in una roulotte parcheggiata nei terreni vicino alla casa.
Sempre secondo i ricordi del ragazzino, le violenze si sono consumate nell’estate, in un’escalation di “attenzioni” e di avances sempre più invasive e spinte da parte dello zio. Difficile per lui ribellarsi e parlarne in famiglia, vista la stretta convivenza in cui vivevano. La madre, una volta a conoscenza della denuncia del figlio, ha riferito di non essersi mai accorta di nulla e di aver genericamente ricevuto dal figlio la confidenza sul fatto che lo zio gli “dava fastidio” senza mai parlare delle violenze. E infatti la vicenda è emersa dall’ambito scolastico frequentato dal ragazzino. L’estate di abusi aveva lasciato un profondo segno sul suo comportamento e sulla sua serenità; stato che non era sfuggito ad alcuni compagni di classe e amici che, alla ripresa delle lezioni si sono chiesti i motivi del suo cambiamento raccogliendo le terribili confidenze delle violenze subite. I ragazzi hanno immediatamente coinvolto gli insegnanti che, a loro volta, hanno segnalato tutto agli assistenti sociali e alle forze dell’ordine.

Lo zio difeso dall’avvocato Lavagetto, non si è mai presentato in aula.

In attesa di separato giudizio civile, disposta una provvisionale di 10 mila euro per il ragazzino costituito parte civile con la madre.

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Una risposta

  1. perché non mettere in evidenza il nome di questa persona, una violenza su di un Minore è forse meno grave di un furto,il reo non ha avuto rispetto della privacy del Bambino , perché averne per lui se ritenuto colpevole??

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