Non c’è solo il ragazzo accusato di avere materialmente rubato i cellulari, ma anche un rivenditore accusato di averne ceduto uno nonostante fosse provento di furto.
Si è aperto al tribunale di Asti il processo a carico di due imputati per i furti di cellulari dagli spogliatoi femminili della scuola media Brofferio avvenuti nel marzo del 2018.
Durante l’ora di ginnastica un ragazzo si era presentato in segreteria e aveva usato il pretesto di chiedere informazioni per l’iscrizione di un fratello per introdursi nella scuola e poi sgattaiolare al piano di sotto verso la palestra.
Nel frattempo era passato dagli spogliatoi femminili rubando 5 cellulari, fra i quali un I-Phone 7, monetine per qualche decina di euro, una sacca Nike, un orologio.
Il furto era stato scoperto al termine della lezione e aveva suscitato non poco scalpore fra i genitori. I carabinieri avevano fatto le indagini partendo dai tabulati dei cinque telefonini rubati. Mentre quattro risultavano silenti, il quinto, l’I-Phone, era invece in attività: erano risaliti all’intestatario, un ragazzo di Cinaglio che aveva dichiarato di averlo regolarmente acquistato in un negozio di telefonia ad Asti. Interrogato, il titolare del negozio ha riferito il nome della persona che glielo aveva venduto che corrispondeva in tutto e per tutto alla descrizione del giovane che quel mattino si era presentato in segreteria ed era stato visto uscire dal piano palestra.
Per quest’ultimo, difeso dall’avvocato Nica Demetrio, l’accusa di furto, per il rivenditore, difeso dall’avvocato Vitello, quella di incauto acquisto.