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Agricoltura

Emergenza cinghiali, dopo il mais ora tocca ai campi di soia e patate

La proliferazione degli ungulati ha provocato un aumento della loro popolazione; affamati continuano a devastare le colture. Primi allarmi sui prezzi dei cereali

In silenzio, con un po’ meno visibilità pubblica rispetto alla grande protesta che li aveva visti protagonisti al Giro d’Italia, le migliaia di agricoltori di tutto il Piemonte che aderiscono al Coaarp (Comitato Amici Ambienti Rurali del Piemonte) proseguono decisi la loro attività per tenere alta l’attenzione sull’emergenza cinghiali che sta mettendo in ginocchio le loro aziende.
Intanto sono sempre più numerosi i comuni, anche della provincia di Asti, presso i quali è possibile firmare la petizione avviata qualche settimana fa dal Coaarp aperta non solo agli agricoltori ma a tutti i cittadini, visto che la proliferazione degli ungulati distrugge anche raccolti e orti di non professionisti e mette in serio pericolo la sicurezza stradale. E poi il Comitato sta uscendo dai confini regionali: una “massa critica” che è in contatto con altri comitati di azione di altre regioni nati sempre per contrastare la proliferazione dei cinghiali che, purtroppo, non è solo un problema piemontese.
Tutto questo mentre continua nella sua attività principale, quella per la quale è nato: raccogliere le segnalazioni di danni e di avvistamenti di cinghiali che, purtroppo, non fanno che aumentare.
E questo perchè sui territori si sta muovendo un numero di esemplari davvero elevato, mai registrato prima. Oltre ai cinghiali che negli ultimi due anni sono proliferati anche a causa degli stop alla caccia a causa del Covid, si sono aggiunte le cucciolate delle femmine che hanno partorito oltre un mese fa, in periodo di pre-semina dei cereali.
Tanti esemplari affamati in giro per le campagne che, dopo aver devastato e “spianato” numerosi campi di mais (e più volte lo stesso campo dopo ogni risemina), ora stanno puntando alla soia (che normalmente non era così gradita ai cinghiali) e alle patate novelle i cui campi non protetti dai recinti elettrificati sono stati letteralmente depredati.
Conferme della prosecuzione dei danni arrivano anche dalla Cia, l’organizzazione sindacale agricola che ha avviato nei giorni scorsi una mappatura dei danni distribuendo gratuitamente dei cartelli ai proprietari per piantarli nei campi devastati a testimonianza tangibile della concentrazione di ungulati selvatici. In pochi giorni sono stati oltre 60 i cartelli consegnati e apposti sui terreni ormai “desertificati” (foto di copertina).
Al Coaarp stanno già arrivando anche segnalazioni di altro genere: quelle di agricoltori disperati che stanno cominciando a muoversi nel mondo cerealicolo per acquistare quel granoturco che non potranno raccogliere in autunno e del quale hanno bisogno per l’allevamento dei bovini nelle loro stalle.
E si rendono conto che i cereali destinati all’alimentazione animali sono prevalentemente di importazione e stanno scarseggiando quindi stanno anche inesorabilmente salendo di prezzo.
Un ulteriore danno per coloroche hanno già dovuto arrendersi alle semine di primavera.

Campo di patate “visitato” dai cinghiali a Piea (foto Gruppo GALCO)

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