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TPL, i pendolari lanciano le proposte per rivedere il Servizio Ferroviario

È noto che tra le associazioni e la Regione, in particolare l’assessore ai trasporti Marco Gabusi, ci sono visioni molto diverse sulle priorità che dovrebbero guidare le scelte del TPL, specie quelle che riguardano le ferrovie

Il Coordinamento per la Mobilità Integrata e Sostenibile, l’Associazione Ferrovie Piemontesi e l’Associazione Pendolari Novesi hanno convocato una conferenza stampa per tendere una mano alla Regione in vista della stesura del nuovo contratto del Servizio Ferroviario Regionale. È noto che tra le associazioni e la Regione, in particolare l’assessore ai trasporti Marco Gabusi, ci sono visioni molto diverse sulle priorità che dovrebbero guidare le scelte del TPL, specie quelle che riguardano le ferrovie. Le associazioni chiedono, nell’immediato, il ripristino del servizio almeno a livello pre-covid, vista la ripresa delle attività lavorative e scolastiche e in previsione dei flussi turistici estivi.

Le altre richieste riguardano «la riattivazione delle 15 tratte attualmente sospese, da attuarsi mediante un progetto da realizzare nell’arco di una decina di anni, iniziando da quelle che richiedono pochi interventi; l’eliminazione della sovrapposizione ferro/gomma, privilegiando il treno dove c’è la ferrovia; l’intermodalità tra i vari mezzi di trasporto con le stazioni adibite a luogo di interscambio; la garanzia di accessibilità alle stazioni, ai marciapiedi ed ai treni per le persone con ridotta mobilità; l’integrazione tariffaria regionale, con offerta di biglietti giornalieri, per più giorni e settimanali, con la creazione di sistemi di incentivazione fiscale all’uso dei mezzi pubblici (detrazioni, convenzioni, ecc.) e il potenziamento dei collegamenti interregionali e verso le direttrici adriatica e tirrenica fino alle regioni del sud».

«Ciò che contestiamo alle istituzioni regionali – commentano dal Coordinamento – è proprio la mancanza di progettualità che frena lo sviluppo dei trasporti pubblici, continua a posticipare nel tempo la trattazione dell’annoso tema della qualità dell’aria rischiando così di provocare nuovi malati e morti premature oltre ad altre sanzioni per lo sforamento dei limiti d’inquinamento concretizzando inoltre l’aggiramento degli obblighi e degli obiettivi imposti dall’Europa per il 2030 ed il 2050. Siamo certi che nulla di tutto ciò sia più rinviabile, ma l’amministrazione regionale pare essere disinteressata a questi argomenti che invece, come detto, coinvolgono la salute e la vita dei cittadini. Gli stessi amministratori hanno dimostrato poca lungimiranza nella redazione degli elaborati inseriti nel Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza finalizzati all’ottenimento dei fondi come da linee guida dettate dall’Europa. Invece avrebbero dovuto impegnarsi profondamente nel redigere progetti che potessero configurare i canoni richiesti al fine di concretizzare quella transizione ecologica inserita come cardine a tutti i livelli».

«Abbiamo più volte espresso le nostre idee e le nostre osservazioni – concludono le associazioni – richiedendo ripetutamente di essere ascoltati, ma senza ottenere risposta. Ribadiamo quindi la nostra disponibilità a collaborare alla stesura del contratto per il Servizio Ferroviario Regionale su modello già sperimentato in altre regioni, come la Toscana e la Sicilia, dove associazioni e comitati sono stati coinvolti offrendo il loro contributo a proposte e soluzioni.

Riteniamo che la collaborazione e lo scambio di opinioni siano alla base della contrattazione, in questo caso finalizzata al miglioramento del servizio di trasporto pubblico per permettere alle persone di spostarsi nella Regione ma anche all’esterno senza per forza dover utilizzare il mezzo privato».

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