“Questo non è amore”
«Nell’82% dei casi chi fa violenza su una donna non bussa, ma ha le chiavi di casa. 88 donne ogni giorno sono vittime di violenza, viene colpita una donna ogni 15 minuti. Oltre alla prevenzione e al contrasto dei reati, come è stato sottolineato alla presentazione dell’iniziativa dal dottor Francesco Messina, è importantissimo fare “rete” e svolgere dunque un’attività coordinata per contrastare in modo efficace la violenza sulle donne». Sono le parole attraverso cui il Vicario della Questura di Asti Vittoria Rissone ha presentato poco fa le iniziative volute dalla Questura di Asti per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che si celebra oggi, lunedì. «Per il terzo anno proponiamo la campagna informativa “Questo non è amore”, un progetto ideato e promosso dalla Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento di Pubblica Sicurezza e sostenuto dal Capo della Polizia Franco Gabrielli – ha spiegato la dottoressa Rissone, con accanto il Dirigente dell’Anticrimine della polizia astigiana Daniela Campasso – È in distribuzione l’edizione 2019 dell’opuscolo informativo “Questo non è amore”, che presenta dati e informazioni sul fenomeno della violenza sulla donna, fornendo consigli su come intraprendere la strada che porta a liberarsi dalla violenza subita, e che riporta esempi di storie toccanti e realmente vissute da alcune donne, che si sono rivolte al personale della polizia italiana».
Fare “rete” per contrastare la violenza
«È importantissimo il rapporto che si instaura tra chi subisce la violenza e chi è chiamato ad aiutare le vittime della violenza stessa – ha sottolineato la dottoressa Rissone – La polizia lavora a stretto contatto con associazioni e altre realtà, collaborando tutti insieme per portare aiuto e coraggio alle donne che subiscono violenza, spesso all’interno delle stesse mura di casa». «Siamo uno snodo fondamentale, la prima unità da cui parte la denuncia. La polizia è un tassello, che opera insieme ad altre associazioni, a partire dal Centro antiviolenza della Croce Rossa L’orecchio di Venere. Attraverso il grande lavoro di prevenzione che si è fatto in questi anni, si è reso brevissimo il lasso di tempo tra la nostra comunicazione e i provvedimenti dell’autorità giudiziaria, in particolare di divieto di avvicinamento», ha rimarcato la dottoressa Campasso. È stata ricordata l’entrata in vigore nello scorso mese di agosto del “Codice Rosso”, la legge n. 69 che ha innovato e modificato la disciplina della violenza domestica e di genere, corredandola di inasprimenti di sanzioni. In particolare sono stati inseriti quattro nuovi reati: il “revenge porn”, ossia la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone interessate; la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso; la costrizione o induzione al matrimonio; la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
Le iniziative
Tante le iniziative volute dalla Questura per sensibilizzare al fenomeno, «occasioni importanti che danno modo alla società di conoscere, per essere più “robusta” e capace di difendersi», come ha messo più volte in evidenza il Questore di Asti Alessandra Faranda Cordella. Questo pomeriggio, alle 15, all’Università, la dottoressa Campasso sarà tra i relatori del convegno “Credevo fosse amore”, voluto dalla consigliera di parità Chiara Cerrato. Mercoledì, alle 18, in Sala Pastrone, su iniziativa della Questura e del Comune di Asti, ad ingresso gratuito, lo spettacolo “Le dame (senza i cavalier) Stagione 2”: cinque attrici della compagnia teatrale “I Roccaroiu” si esibiranno nella lettura di altrettanti monologhi, tutti declinati al femminile e incentrati sull’analisi della figura della donna a partire dai tempi antichi, che forniranno lo spunto per un momento di riflessione, in un’alternanza di toni drammatici e ironici. Nella giornata di oggi, inoltre, sulla pagina Faebook della Questura di Asti sarà diffuso un video realizzato dalla polizia che presenta la campagna informativa “Questo non è amore”.
Una risposta
Io quando ero all’ultimo anno del liceo, sono stato picchiato più volte da una mia compagna di classe, in due casi sono intervenuti dei passanti per fermarla.