Nella ricorrenza del centenario della nascita di Eugenio Guglielminetti (17 luglio 1921 – 6 settembre 2006) – noto scenografo, costumista, pittore e scultore astigiano – la Fondazione a lui intitolata ha allestito una mostra antologica dedicata all’opera pittorica prodotta dal Secondo Dopoguerra al Duemila.
Intitolata “Per il centenario del maestro Eugenio Guglielminetti (1921/2006) – Dipinti”, sarà inaugurata domani (venerdì) alle 17 nella sede della Fondazione a Palazzo Alfieri (corso Alfieri 375). Si tratta di opere conservate presso le collezioni d’arte a Palazzo Alfieri. L’allestimento, a cura di Marida Faussone (presidente della Fondazione Eugemio Guglielminetti) e di Giuseppe Orlandi, raccoglie 35 dipinti, alcuni monotipi e disegni degli anni Quaranta, nucleo storico da cui si avvia la sperimentazione del Maestro, cui si aggiungono le sculture che si possono ammirare nel giardino del palazzo.
L’allestimento
«Frequentando l’Accademia Albertina di Torino, in particolare le lezioni di Felice Casorati – spiega Marida Fausone – Guglielminetti coltivò la personale ricerca e lo studio delle avanguardie storiche, perfezionando l’esercizio del disegno e l’esperienza calcografica. Dalle prime prove su carta (come “Composizione” del 1939) tese ad armonizzare il rigore costruttivo con la percezione del reale, riscoprendo il mondo fantastico dei giochi d’infanzia e l’interpretazione simbolica dell’esistenza».
Esposti nella prima sala i monotipi su carta, tra cui “Il volo (1949)”, che documentano le partecipazioni alla Quadriennale di Roma, a Bologna (Galleria “Alla Scaletta”, 1952) e alla Biennale Internazionale di Venezia (1950,1952, 1954). Presente in mostra anche il dipinto “Moebus 1”, datato 1942, esposto ad “Arte astratta e concreta”, rassegna che raccolse alla Galleria nazionale di Arte Moderna di Roma (1951) i protagonisti dei nuovi linguaggi contemporanei operanti nelle varie aree nazionali, tra cui Paola Levi Montalcini, Albino Galvano, Filippo Scroppo e Bruno Munari.
«L’allestimento – prosegue la presidente – accompagna il visitatore lungo le stagioni creative del Maestro, nella quotidiana sfida tra geometria e lirismo (con dipinti ad olio come “Incastro”, 1946), mentre gli interventi a tempera e pastello (tra cui “La gabbia”, 1956) rivelano tecniche d’ascendenza espressionista e neocubista».
Durante i numerosi soggiorni parigini, Guglielminetti consolidò l’approfondimento delle ricerche di Mondrian, Kandinskij, Klee e di Atanasio Soldati, i maestri ideali, su cui promosse inedite mostre presso il circolo culturale “La Giostra” (1946 – 1952), nel centro storico di Asti, accanto agli artisti Moreni, Mastroianni, Turcato, Afro e Mirko Basaldella.
Nelle libere architetture cromatiche degli anni Sessanta, la fantasia creativa di Guglielminetti superò i supporti di tela o legno con nuove concezioni pittoriche (come si nota ne “Il veliero”, 1980), mentre nello spazio frammenti di realtà diventarono sogni metamorfici con le sculture in ferro, tra cui “Pellicano (1946)”, presente nel giardino di Palazzo Alfieri.
Il percorso
«Dalle sale della Fondazione, attraverso il giardino e l’itinerario museale di scultura e scenografia – conclude – il visitatore percorre un ideale viaggio emotivo, una sosta di riflessione e di conoscenza. Insomma, teatro e pittura, disegno e scultura: il fantasioso mondo immaginato da Guglielminetti».
La mostra sarà visitabile dal 19 giugno al 15 agosto con il seguente orario: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19. Il sabato e la domenica le visite dovranno essere prenotate al numero unico 388/1640915 o mediante e-mail a prenotazioni@fondazioneastimusei.it.
Chi era Eugenio Guglielminetti
Compiuti gli studi classici, Eugenio Guglielminetti frequentò l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Allievo di Felice Casorati, si formò nell’ambiente culturale torinese degli anni Quaranta- Cinquanta. Sensibile alla sperimentazione delle avanguardie storiche, approfondite durante alcuni soggiorni a Parigi, tra il 1946 ed il 1952 promosse il circolo culturale “La Giostra”, fondata con Giorgio Griffa ed alcuni intellettuali ad Asti, intensificando la frequentazione di studiosi e critici, quali Luigi Carluccio, Marco Valsecchi, Paolo Grassi e, tra gli artisti, Renato Birolli, Attanasio Soldati, Corrado Cagli, Afro e Mirko Basaldella.
Presente alla Biennale Internazionale di Venezia (negli anni 1950,1952 e 1954) e alla Quadriennale di Roma, coltivò fino agli ultimi anni esperienze pittoriche, plastiche e scenografiche. In seguito a giovanili sperimentazioni scenografiche, iniziò l’attività professionale nel 1953 con l’allestimento scenografico per “Antigone” di Vittorio Alfieri. Si dedicò intensamente alla vita del teatro italiano ed internazionale dal secondo dopoguerra al Duemila, allestendo oltre quattrocento spettacoli per la prosa classica e contemporanea, l’opera lirica, la danza classica e contemporanea, la televisione.
«Intellettuale vivace ed attivo operatore culturale – commenta Marida Fausone – per 60 anni Guglielminetti testimoniò quotidianamente il suo fecondo magistero artistico a svariate generazioni di artisti, scenografi, costumisti ed attori».