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Sit-in alla stazione di Asti: «I treni portano sviluppo»

A gran voce è stata richiesta la riattivazione della linea per Alba, ma non solo

Sabato pomeriggio, davanti alla stazione ferroviaria di piazza Marconi, si è tenuto il sit-in organizzato dal nuovo comitato per la riattivazione della linea Asti-Alba, andata e ritorno, per dire no all’ipotesi di sostituzione della ferrovia con una pista ciclabile, progetto proposto dall’amministrazione regionale. Erano presenti i portavoce dei vari sodalizi che compongono il Comitato: l’Associazione Ferrovie Piemontesi, l’Associazione FuturAlba, Co.M.I.S. (Coordinamento per la Mobilità Integrata e Sostenibile), Fridays for future ALBA, Legambiente Asti, l’Osservatorio del Paesaggio di Langhe e Roero, la Rete Asti Cambia in collaborazione con la FIAB Asti e FIAB Salinbici Alba.

È stato Fulvio Bellora (Co.M.I.S) a spiegare che la riattivazione della linea Asti-Alba è solo la prima richiesta perché l’obiettivo più a lungo termine è riaprire tutte le linee sospese. «Una volta attivata dovrebbe esserci un treno, magari dalle 5 alle 21, con orario prolungato durante le manifestazioni più importanti. Occorre anche l’integrazione tariffaria e dei biglietti tra autobus e treni. Quello che vorremmo sentire è parlare di investimenti e non di costi perché la riattivazione di queste linee è un servizio che si fa ai territori per il loro sviluppo». Edoardo Bosso (FuturAlba) ha ricordato che la linea ferroviaria Asti-Alba «faceva viaggiare duemila passeggeri al giorno, ma che oggi sarebbero anche di più dal momento che Asti ha inglobato il tribunale di Alba e i territori sono diventati Patrimonio Unesco».

Per quanto riguarda l’ipotesi di riconversione della tratta in una pista ciclabile, Bosso ha parlato di «idea scioccante, antieconomica, considerato che i lavori di riattivazione della linea sarebbero in capo a RFI e non della Regione, mentre la sostituzione della ferrovia con la ciclabile sarebbe invece pagata dalla Regione e costerebbe non meno di 30 milioni». Clemente Elis Aceto (presidente FIAB Asti) ha invece chiarito che la FIAB, pur rappresentando i ciclisti, è contro la pista ciclabile al posto della ferrovia, ma favorevole affinché si costruiscano ciclabili a fianco dei binari, magari su sedimi già adatti allo scopo.

«In ogni caso gli spostamenti in bici per lavoro – spiega Aceto – funzionano se sono nel raggio di 3-5 Km. La pista tra Asti e Alba sarebbe indirizzata ai turisti, non ai pendolari perché chi lavora ad Alba non ci va in bici. Invece con il treno sì, ma l’importante è che sul vagone si possano caricare anche le bici». Altri interventi del sit-in sono stati di Angelo Porta (vicepresidente di Legambiente Piemonte) e dell’architetto Giovanni Currado (consigliere dell’Agenzia per la mobilità piemontese).

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