Su proposta dell’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, la Giunta ha approvato le linee di indirizzo in materia di infermiere di famiglia e di comunità.
«Coerentemente con la nuova strategia di potenziamento dell’assistenza territoriale e domiciliare – spiega l’assessore -, l’implementazione della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità mira a promuovere modelli organizzativi integrati, attività di prevenzione e promozione della salute, percorsi di presa in carico della cronicità, in stretta correlazione con il Piano nazionale della cronicità e il Piano nazionale della prevenzione. Attraverso gli infermieri di famiglia e di comunità, l’obiettivo è migliorare l’appropriatezza delle prestazioni e l’integrazione territorio-ospedale-territorio, ridurre gli accessi impropri (codice bianco) al Pronto soccorso, ridurre la riammissione in ospedale a 30 giorni dopo la dimissione al domicilio, incrementare la partecipazione dell’utenza ai programmi di screening».
L’azione dell’Infermiere di famiglia e comunità è articolata su più livelli: ambito distrettuale, attraverso azioni ed interventi all’interno della rete assistenziale del distretto in integrazione con gli altri professionisti; ambito individuale e familiare, attraverso interventi diretti e indiretti che hanno la persona e la famiglia come destinatari, con l’obiettivo di favorire la promozione e il mantenimento della salute della persona attraverso il rafforzamento della sua autonomia e il mantenimento della persona al proprio domicilio evitando il ricorso alle strutture di ricovero; ambito comunitario, attraverso azioni rivolte alle comunità, all’interno di una rete di relazioni e connessioni formali e informali, con l’obiettivo di favorire l’attivazione e l’integrazione tra i vari operatori sanitari e sociali e le possibili risorse formali e informali presenti sul territorio utili a risolvere problematiche inerenti i bisogni di salute.
Il titolo preferenziale per l’acquisizione delle competenze in questo ambito è il master universitario di 1^ livello in Infermieristica di famiglia e di Comunità. Per coloro che non sono in possesso del master, saranno previsti dei percorsi formativi specifici di tipo regionale, progettati in collaborazione con gli atenei piemontesi, necessari per l’acquisizione delle competenze minime.
Sarà costituito un comitato scientifico che coinvolgerà rappresentanti della Regione Piemonte, delle Università degli Studi di Torino e degli Studi del Piemonte Orientale e delle Asl per la formazione dei professionisti e per assicurare l’adeguatezza dei contenuti e delle metodologie del corso regionale.