Arriva con uno stringato comunicato a mezzo stampa la risposta negativa di Giancarlo Giorgetti, ministro dello sviluppo economico, alla prosecuzione del progetto Italcomp che avrebbe dovuto costituire la salvezza della rivese ex Embraco-Whirlpool e della bellunese Acc, creando il polo dei compressori italiano.
«Abbiamo esplorato, insieme con la viceministra Todde, tutte le possibilità della proposta Italcomp del commissario straordinario di Acc che avrebbe potuto coinvolgere Embraco – ha dichiarato Giorgetti – purtroppo, pur consapevoli della situazione delicata e difficile, non ci sono le condizioni essenziali, cioè proposte di investitori privati, per proseguire con esito positivo su questa strada. Obiettivo è superare l’attuale stallo e in questo senso continuano senza sosta le valutazioni della viceministra Todde, che ha la mia fiducia e che sta seguendo da tempo la vicenda di questa crisi».
Inutile dire che sindacati e lavoratori ex Embraco, che proprio martedì scorso erano andati a protestare sotto la sede della sezione Lega Piemonte per Salvini premier, hanno accolto la notizia come una doccia gelata.
«Siamo alle dichiarazioni a mezzo stampa – risponde Ugo Bolognesi della Fiom Cgil Torino – neanche la decenza di dirlo incontrando le parti. Una vergogna inaudita, in totale spregio delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori».
Anche sul territorio chierese la fine dell’impegno del governo non è stata presa bene. Il sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero si dice addolorato ma non stupito: «Sconcertante che il ministro Giorgetti abbia messo una pietra tombale sul progetto Italcomp attraverso una nota stampa, senza ritenere di dovere incontrare sindacati e lavoratori – ha commentato Sicchiero – la parola fine, purtroppo, ci addolora ma non ci stupisce. Era evidente che il ministro Giorgetti, sin dal suo insediamento, non fosse convinto di questa prospettiva, e che l’arrivo di un investitore privato appartenesse più al mondo delle illusioni che non a quello delle concrete possibilità. Come Comune di Chieri continueremo a fare la nostra parte, stando a fianco dei 400 lavoratori dell’ex Embraco e delle loro famiglie e partecipando al tavolo istituzionale con Regione Piemonte e Prefettura. Auspicando che il Mise lavori a scenari alternativi, ora è fondamentale che tutte le istituzioni si impegnino per individuare progetti idonei ad assorbire la manodopera dell’ex Embraco».
Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto l’immediata convocazione al Mise per sapere quali impegni si assumerà il governo per salvaguardare le prospettive occupazionale delle 700 famiglie coinvolte nella crisi.
Nelle foto, la protesta dei lavoratori Embraco-Whirlpool sotto la sede della Lega Piemonte