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Cronaca
Carabinieri

Con la scusa della cassetta di frutta derubavano gli anziani: i carabinieri arrestano 7 persone

Primo episodio al parcheggio del mercato del giovedì di Castelnuovo Don Bosco. Invito del comandante alle vittime che ancora non hanno denunciato

Un’indagine che, dopo la prima denuncia, ha visto i carabinieri andare a “cercare” le altre vittime che, per vergogna, non avevano detto nulla di quanto subito.

Si chiama “Il figlio di Antonio” l’operazione che il Comando provinciale di Asti con le indagini della Compagnia di Villanova ha portato a termine in questi giorni con l’arresto di 7 persone e la denuncia a piede libero di un’ottava.

E non è un nome di “fantasia”, ma richiama con precisione il primo approccio che i truffatori avevano con le loro vittime, tutti uomini anziani e manifestamente fragili, vuoi per l’età avanzata, vuoi per lo stato precario di salute, vuoi per la condizione di solitudine.

Venivano “agganciati” fuori dai cimiteri, dagli ospedali, dagli hub vaccinali, da mercati e supermercati.

Il truffatore aspettava che l’anziano fosse arrivato all’auto, poi si affiancava con un furgone e scendeva a salutarlo con enfasi: «Ciao, sono il figlio di Antonio, il muratore, non ti ricordi di me? Sono cresciuto e adesso faccio il commerciante di frutta e verdura. Tu sei sempre uguale, che bello rivederti». E poco importava se la vittima non lo riconosceva subito, vista la sicurezza dell’interlocutore dava colpa ai vuoti di memoria dell’età avanzata.

A quel punto il truffatore diventava molto cordiale e preso dall’enfasi della felicità per il “reincontro” apriva il bagagliaio dell’auto della vittima e caricava sopra quattro cassette di frutta e verdura dicendo di voler fare un regalo. A quel punto l’anziano, da persona per bene quale era, si sentiva in debito di pagare almeno una parte di quella che credeva una ricca fornitura di frutta e verdura e l’altro prima faceva finta di rifiutare, poi accettava pochi euro “per il panino”. Ma quando l’ignaro tirava fuori il protafoglio, fra resti, distrazioni e chiacchiere, veniva confuso e alla fine si ritrovava il portafoglio vuoto, due cassette della frutta vuote (quelle sotto) e due con roba praticamente marcia.

La denuncia è partita da un episodio avvenuto a Castelnuovo Don Bosco, il giovedì del mercato, in uno dei parcheggi satellite alle bancarelle. In quel caso il truffatore ha rubato tutto il portafoglio spingendo la vittima a sporgere denuncia.

Grazie al sistema di videosorveglianza del paese, i carabinieri della Compagnia di Villanova guidati dal capitano Chiara Masselli, hanno individuato il furgone del truffatore e da lì è partita l’indagine.

Che ha portato a scoprire la banda dei 7 napoletani, alcuni dei quali residenti a Beinasco, altri ospiti temporaneamente di amici piemontesi, che attuavano sempre lo stesso modus operandi approfittando della fragilità delle loro vittime.

Tutti avevano un loro furgone (alcuni a noleggio) e si presentavano la mattina presto ai Mercati Generali di Torino dove per pochi euro li caricavano di cassette di frutta e verdura della peggior qualità.

Poi ognuno di loro si sceglieva la zona per quella giornata e girava con questo furgone alla ricerca delle sue vittime con le quali metteva in piedi il teatrino del “figlio di Antonio”.

Ma dopo il colpo a Castelnuovo Don Bosco i carabinieri li hanno individuati e grazie alle intercettazioni ambientali, hanno potuto seguire ogni colpo che è avvenuto, sia attraverso l’ascolto che attraverso l’osservazione diretta.

Alla fine tutto questo materiale è stato raccolto e consegnato al sostituto procuratore Simona Macciò che in tempi record ha chiesto ed ottenuto dal gip la firma delle custodie cautelari che sono state eseguite fra Torino, Verona e Napoli.

Indagini che hanno anche consentito di accertare che la banda arrivava a 10-12 colpi al giorno con bottini che andavano dai 50 ai 500 euro a seconda di quanti contanti avevano in portafoglio le loro vittime.

«Nell’indagine sono contestati 52 episodi con le relative vittime – spiega il comandante provinciale ten. col. Pierantonio Breda – ma noi ne abbiamo intercettati altri 118 cui mancano le denunce delle vittime perchè non siamo riusciti a risalire a loro. Sappiamo che sono stati compiuti, grazie all’ascolto delle intercettazioni, ma non sappiamo ai danni di chi. Per questo chiediamo agli anziani che siano stati avvicinati e derubati da questi personaggi di farsi avanti e denunciarli».

Grande ruolo in questa inchiesta è stato ricoperto dai comandanti di stazione che hanno aiutato gli investigatori ad identificare le vittime dai soli frammenti di informazioni contenute nelle intercettazioni.

«Le vittime non si devono vergognare di quello che è loro accaduto – dice ancora il tenente colonnello  Breda – e i loro famigliari devono essere comprensivi perchè questi truffatori sono abili manipolatori che fanno leva sull’età e la fragilità degli anziani, oltre che sulla loro educazione e sul loro buon cuore e onestà». Fra le vittime accertate, la più anziana ha 86 anni.

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