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Cronaca

Dagli insulti al Presidente della Repubblica all’incitamento sui social a violare le norme anticovid: la polizia di Asti denuncia un 51enne

L’indagine nasce dal monitoraggio da parte della Digos dei profili Facebook dell’astigiano: «Violente invettive contro il Presidente Mattarella, il Premier Conte e le forze dell’ordine»

Le indagini della Digos

Il periodo di isolamento e del conseguente aumento dell’uso dei social nel periodo di emergenza che stiamo attraversando ha messo, purtroppo, in luce anche un frequente uso di violenza verbale, fatta soprattutto di insulti, nei confronti di personaggi pubblici e delle istituzioni del nostro Paese. Dopo le querele presentate alla polizia postale di Asti nei giorni scorsi da figure di rilievo pubblico, tra cui anche il sindaco di Asti Maurizio Rasero, per gli insulti e minacce ricevuti attraverso i social, quattro astigiani erano stati denunciati. La Questura aveva ricordato l’attività di monitoraggio dei social che viene effettuata dalla polizia per evitare reati commessi attraverso il web. E oggi arriva la notizia di un astigiano di 51 anni, residente in un paese della provincia, segnalato all’autorità giudiziaria dalla Digos per vari reati, tra «vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze Armate, diffamazione, pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico, offesa all’onore o al prestigio del Presidente della Repubblica ed istigazione a delinquere e a disobbedire alle leggi, ed in particolare a violare le norme di contenimento del rischio di contagio da Covid-19».

Monitoraggio dei profili Facebook

Le indagini hanno riguardato un’intensa attività di monitoraggio degli account Facebook in uso all’uomo, già noto alle forze di polizia, «con successiva analisi ed estrapolazione di un cospicuo numero di “post” consistenti in immagini e commenti dal forte tenore offensivo e di decine di video, andati in onda con diretta streaming in cui l’uomo si riprendeva mediante l’uso del cellulare, i quali ottenevano decine e talvolta addirittura centinaia di visualizzazioni», spiega la Questura. «Oggetto delle violente e diffamanti invettive erano le istituzioni in generale, comprese le figure del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e persino del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nonché le Forze dell’Ordine, deputate ai controlli finalizzati al rispetto delle regole sul contenimento – sottolinea la polizia – Nello specifico, l’uomo, attraverso la diffusione di informazioni non verificate, generalmente qualificate come “fake news”, tentava di generare nei suoi followers l’erroneo convincimento che l’emergenza sanitaria in atto fosse sovrastimata ed incitava le persone a violare la legge, arrivando ad ipotizzare il compimento di atti violenti. Poiché le invettive erano veicolate tramite uno tra i più efficaci metodi di divulgazione delle informazioni, qual è il social network Fcebook e recepite da decine di soggetti che con lui interagivano, sia durante il sistema della “diretta”, sia per mezzo di innumerevoli, successivi commenti e dichiarazioni di assenso, aumentando il rischio di fomentare e incoraggiare veri e propri atti emulativi con conseguenti pericoli per la sicurezza e l’ordine pubblico, gli agenti della Digos, su delega dell’Autorità Giudiziaria, effettuavano quindi una perquisizione personale e locale dell’abitazione dell’indagato, sequestrando alcune apparecchiature elettroniche utilizzate per compiere i reati, mettendo così fine all’attività illegale che l’uomo poneva in essere sul web, ed alcuni fucili detenuti illegalmente».

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