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Economia
Intervento

“No al Green Pass nelle mense e ai tamponi al rientro in azienda”

Presa di posizione dei segretari generali di Fim Cisl e Fiom Cgil, Salvatore Pafundi e Mamadou Seck

Presa di posizione, da parte delle segreterie Fim Cisl e Fiom Cgil, in merito ai protocolli di sicurezza anti Covid nelle aziende. Al centro dell’intervento, le procedure in merito all’accesso alle mense aziendali e al ritorno al lavoro dopo le ferie estive.
«Le confuse disposizioni governative in merito ai comportamenti da tenere nei luoghi pubblici e privati – scrivono i segretari territoriali Salvatore Pafundi (Fim Cisl) e Mamadou Seck (Fiom Cgil) in una nota inviata alle aziende e all’Unione industriale – stanno determinando la diffusione di regole “fai da te”. Infatti in questi giorni stiamo registrando in varie aziende l’attuazione di procedure senza alcun confronto con le Rsu e i sindacati che portano a stabilire chi può frequentare la mensa aziendale. Come se non non bastasse, qualche azienda sta addirittura chiedendo ai lavoratori di effettuare al rientro dalle ferie un tampone prima di presentarsi al lavoro».

Mamadou Seck

L’accesso in mensa

«Sul primo punto – continuano – teniamo a ribadire che le mense sono un luogo di lavoro e sono tutelate dai contratti di lavoro. Non è accettabile nessuna disparità di trattamento fra luoghi di lavoro e mensa e riteniamo sbagliato prevedere il Green pass nelle mense con una logica sanzionatoria (come stabilito dal Governo nella Faq del 15 agosto, ndr). Tra l’altro non capiamo perché i dipendenti possano lavorare 8 ore insieme e poi dover consumare il pasto separati. Le mense aziendali non sono un ristorante. I lavoratori sono già tracciati e da un anno e mezzo le mense sono organizzate secondo i protocolli di sicurezza: mascherine obbligatorie, separatori di plexiglass e turni. Vanno quindi utilizzati i protocolli di sicurezza definiti nel marzo 2020, all’inizio della pandemia, quando sindacati e imprenditori hanno stabilito regole precise e ben definite per riprendere rapidamente l’attività produttiva».

La richiesta di tamponi al rientro

Salvatore Pafundi

Per quanto riguarda la richiesta di tamponi al rientro in azienda, i sindacalisti sottolineano che «ad oggi non c’è a questo proposito alcuna disposizione da parte governativa. Tra l’altro, si tratta di una chiara violazione di quanto concordato nei protocolli aziendali ad oggi vigenti e del diritto individuale dei lavoratori. Non ci piacerebbe, su un tema così delicato quale la salute dei lavoratori e dei cittadini, essere costretti a scontrarci con azioni di lotta o aprendo vertenze con datori di lavoro che pensano di sostituirsi al Governo e alla Costituzione».

La campagna sulla vaccinazione

I sindacalisti annunciano anche una campagna di informazione sulla necessità della vaccinazione per contrastare la pandemia e chiedono l’apertura di un confronto sulle modalità per sostenere questo obiettivo con imprese e Governo.
«Per combattere l’emergenza sanitaria – concludono – abbiamo bisogno di responsabilità individuali e collettive. Ora è il momento della chiarezza. Per questo motivo chiediamo al Governo e al Parlamento di intervenire subito prima che la situazione diventi incontrollabile».

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