Torna nuovamente in discussione la pista di motocross di Castagnole Monferrato. Una nuova pratica per realizzare l’impianto è stata riproposta allo Sportello Unico delle Attività Produttive della Provincia di Asti.
Lo aveva preannunciato, a fine gennaio, il sindaco Francesco Marengo quando sembrava che il progetto fosse stato definitivamente bocciato dalla Conferenza dei servizi provinciale.
«Non uno arresto definitivo ma solo momentaneo», diceva il primo cittadino da sempre favorevole al progetto e spiegava che «non si poteva tenere ancora ferma la pratica (giacente dal novembre 2019, ndr) ma tutto sarà rivalutato non appena saranno pronti tutti i nuovi documenti».
E così, infatti, è stato; praticamente uno “Stop&Go”, come si usa dire nel lessico del mondo dei motori.
Un percorso difficile e tortuoso, quello del crossodromo che l’azienda “Monferrato s.r.l.” vuole costruire nella Valle del Randalo, su un’area boschiva di frazione Valenzani di circa 40 ettari dei quali 6 interessati dal progetto. Per l’esattezza si tratterebbe di due piste da motocross con strutture e servizi «tutte nel pieno rispetto delle condizioni ambientali riducendo al minimo l’impiego di opere in cemento», come ha da sempre sostenuto l’azienda.
Torna così immediatamente sulle barricate il Comitato Vigilanza Motocross di Castagnole che ha diffuso la notizia della riproposizione del progetto in un lungo comunicato stampa. «L’impianto di cui si ritorna a chiedere l’autorizzazione, distruggerebbe ettari di boschi e campi per creare piste da motocross, di cui francamente non pare esserci necessità, visto che in Piemonte ce ne già sono 29. Oltretutto una di queste è in via di definizione a pochi chilometri, in Comune di Felizzano», dicono i componenti del Comitato che sostengono che «il primo progetto era stato definitivamente respinto con risultato negativo da parte dello Sportello Unico della Provincia a seguito della archiviazione dell’istanza di rilascio del Giudizio di Compatibilità Ambientale da parte della Provincia di Asti».
Il Comitato Vigilanza Motocross di Castagnole spiega così il perché della sua lotta: «Facciamo presente che la nostra è stata una battaglia dura e difficile (durata più di cinque anni), che ha visto impegnati semplici cittadini, nella tutela del proprio territorio, in omaggio al fatto che queste aree dell’Astigiano hanno una netta vocazione agricola (patria del Ruchè tra l’altro), e sono sempre più ambite da un turismo ‘verde». Il progetto, inoltre, per il Comitato «va contro le indicazioni dell’Unione Europea ed è ancor più incomprensibile nel particolare momento che stiamo vivendo, in cui il mantenimento dell’equilibrio della natura, fattore determinante per uscire dalle difficoltà economiche e dalla crisi Covid, richiede tutt’altre scelte».
Il Comitato, inoltre, si scaglia contro il Comune di Castagnole Monferrato e la sua amministrazione: «A pochi mesi dalla bocciatura del progetto infatti, prima il sindaco (con una comunicazione in Regione), e poi la giunta comunale con delibera, hanno richiesto dapprima di annullare e poi di spostare il tracciato del sentiero escursionistico di interesse regionale, includente una parte di strada comunale ‘Per Calcini’. Strada che costeggia la zona su cui si voleva realizzare l’impianto per il motocross. Il tutto senza una reale dichiarata motivazione. La vicenda ha del paradossale e grazie al nostro intervento non è ancora arrivata a definizione. La giustificazione, perlomeno ‘curiosa’ data in seguito dal sindaco Francesco Marengo ai giornali, è che la presenza di questo sentiero vicino alla pista avrebbe creato ‘ostacoli’ al progetto».
[foto di repertorio]