Monumento ai caduti della polizia
Una cerimonia sentita questa mattina di fronte all’ingresso della Questura di Asti per l’inaugurazione del Monumento ai caduti della polizia rappresentato dall’opera “Il sacrificio”, realizzato da Giorgio Bisanti, sovrintendente capo della polizia a Roma, pittore e scultore, già autore del dipinto posto lo scorso anno nell’atrio della Questura cittadina. Il Questore Alessandra Faranda Cordella ha accolto i presenti con il suo saluto e il suo intervento, scoprendo poi il monumento posto accanto all’ingresso della Questura. A seguire il cappellano della polizia astigiana don Augusto Piccoli ha dato la benedizione alla scultura e il Questore ha reso omaggio ai caduti attraverso la deposizione di una corona, accompagnata dalle note del “Silenzio”. Ha concluso la breve ma intensa cerimonia l’esecuzione a cappella del “Va pensiero” del Nabucco di Giuseppe Verdi da parte del tenore astigiano Enrico Iviglia.
Alla presenza dell’artista
«Un momento da me fortemente voluto – ha detto il Questore Faranda Cordella – perché questo monumento si colloca all’esterno della nostra struttura, per essere ulteriore momento di condivisione con la cittadinanza che passando davanti alla Questura ricorderà, insieme a noi. Perché la memoria del gruppo di appartenenza è importante, ma è anche importante che la memoria sia condivisa dalla comunità per la quale il sacrificio è compiuto e questo è il motivo per cui tengo particolarmente al fatto che quest’opera sia esposta al pubblico e non abbia soltanto un risalto interno». Tra i presenti alla cerimonia anche lo stesso artista, Giorgio Bisanti. «Lo stile dell’opera è astratto, come spesso accade nell’arte contemporanea, e può risultare di non immediata comprensione, mentre lo è l’espressione artistica della scultura sul cui impatto evocativo non ci sono dubbi, come ugualmente sulla sua suggestione emotiva, che trova certa origine nell’appartenenza alla grande famiglia della Polizia di Stato, dello sculture, oggi qui con noi e che voglio ringraziare con tutto il cuore a nome mio e della polizia. L’uccisione dei due colleghi a Trieste pochi mesi or sono ha prodotto in lui (oltre che in noi che purtroppo non abbiamo la sua capacità artistica) un’onda emotiva, che ha trasposto in questo marmo puro e possente: in questa materia che diventa viva coglieremo l’immagine dell’eterno ideale fendente che tronca la vita (raffigurata nel virgulto centrale) dell’operatore di polizia, che in un generoso slancio nell’adempimento del dovere, compie l’estremo sacrificio. Tutta la nostra storia fonda su questo pilastro, su cui abbiamo poi costruito il nostro impegno quotidiano».
Il ringraziamento al personale
«E per riprendere il concetto di sacrificio, titolo peraltro dell’opera – ha aggiunto il Questore – voglio cogliere l’opportunità di ringraziare tutte le persone, poliziotti e impiegati civili, che in questa provincia lavorano per la sicurezza delle comunità in vari ambiti; da quelli più operativi sul territorio a quelli che i diritti contribuiscono ad assicurare anche con l’attività negli uffici. Anche alle loro famiglie che spesso si trovano a subire le conseguenze di questo nostro lavoro che non sempre consente di conciliare perfettamente i momenti delle incombenze, come anche delle gioie familiari, va il mio ringraziamento speciale: sappiano che il loro sostegno permette a noi tutti di svolgere con più serenità un servizio talvolta difficile».