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L'intervento dell'assessore Chiorino al Consiglio regionale
Attualità
Crisi aziendale

Ex Embraco, in Consiglio regionale scontro tra Governo e istituzioni territoriali

La riunione, a cui erano invitati anche i rappresentanti del Mise, si è risolta con un rimpallo di responsabilità tra Governo e territorio

«Abbiamo deciso di convocare questo Consiglio regionale aperto per fare il punto sul tavolo di crisi e discutere di una situazione che si protrae sin dall’anno 2000, e che purtroppo continua a persistere e non sembra ad oggi trovare una facile soluzione, nonostante l’impegno di tutte le istituzioni pubbliche. Questa Assemblea legislativa è da sempre vicina ai lavoratori e continuerà a esserlo finché la drammatica situazione non verrà risolta”.
Così il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia (Lega) ha aperto la seduta di martedì 14 settembre chiesta da sindacati e assessore al lavoro Elena Chiorino per discutere della vertenza ex Embraco e delle possibili vie d’uscita per le ricadute occupazionali.

La riunione, a cui erano invitati anche i rappresentanti del Mise, si è risolta però con un rimpallo di responsabilità tra Governo e territorio, il primo rimasto graniticamente sulle posizioni del ministro Giorgetti sulla reindustralizzazione ad opera di privati, sindacati e rappresentanti istituzionali piemontesi ancora speranzosi nell’intervento fattivo e concreto di Roma.

Dal gruppo Lega Salvini Piemonte è stato ribadito che “lo Stato non deve fare impresa, ma dialogare con imprenditori seri, interlocutori che sono sempre mancati nella vicenda Embraco”.

A ripercorrere la storia dell’ex Embraco non si può dire che il capitale privato abbia fatto un buon lavoro. Il disimpegno di Whirlpool in Italia prima e il fallimento di Ventures dopo, hanno lasciato sul campo il ben noto cumulo di macerie nello stabilimento rivese.

Ma l’accusa alle istituzioni del territorio di non aver cercato finora soluzioni praticabili e di non aver messo in campo politiche attive per la ricollocazione della forza lavoro venuta da Luca Annibaletti, coordinatore per le crisi d’impresa al Mise, è davvero troppo anche per la giunta regionale. L’assessore Chiorino ha rispedito al mittente le accuse: «Non si può pensare – ha dichiarato – che sia la Regione Piemonte da sola a risolvere una questione avocata negli anni scorsi al Mise perché non poteva essere trattata solo a livello regionale».

Dura presa di posizione anche da parte sindacale con Ugo Bolognesi (Fiom Cgil) che parla apertamente di intervento “offensivo e oltraggioso” del rappresentante del Mise e di mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori. Angelo Montemarano (Fim Uil) rincara la dose: «E’ un Paese che non sa assumersi le sue responsabilità. L’esponente del Mise dimentica che il ministero del Lavoro ha avviato uno scouting per trovare alternative. Stiamo ancora aspettando la convocazione per conoscerne l’esito».

Gli ammortizzatori sociali per i 391 lavoratori ex Embraco-Whirlpool scadranno il 31 dicembre prossimo e all’orizzonte non si vedono ancore di salvezza per affrontare il 2022.

«La verità, svelata senza peli sulla lingua dai lavoratori e dai sindacati intervenuti in aula, è che le istituzioni, il Governo e la politica tutta hanno fallito, dimostrandosi inadeguate ed incapaci – aggiungono gli esponenti del gruppo consiliare Movimento 4 ottobre – il progetto Italcomp, il “nuovo polo” dei compressori che avrebbe dovuto salvare 700 posti di lavoro fra ex Embraco ed ex Acc, è definitivamente naufragato sotto lo sguardo silente del Mise e del Ministro Giorgetti, mai realmente convinto del piano di reindustralizzazione che aveva illuso i lavoratori. La responsabilità di Whirlpool, Invitalia e del Ministero dello Sviluppo Economico sono nitide. La vicenda è purtroppo paradigmatica di come funzionino le reindustrializzazioni in Italia. Spiccano l’opacità della gestione di Ventures, il saccheggio di fondi per fini che nulla avevano a che vedere con la realizzazione del progetto di reindustrializzazione e le parole vuote della politica che hanno solamente riempito il dibattito di buone intenzioni. E a volte nemmeno quelle, come dimostra l’assenza del Governo, incapace anche solo di incontrare le sigle sindacali».

Quello che è certo è che anche in Consiglio regionale non ci sono idee per un “Piano B” per uscire dalla crisi Embraco.

 

Nella foto l’intervento in Consiglio dell’assessore al lavoro Elena Chiorino

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