Rischio paralisi del sistema sanitario
Promette di paralizzare l’intero sistema sanitario nazionale lo sciopero di medici e infermieri indetto per venerdì 23 febbraio. La protesta prevede la sospensione di tutti i turni di servizio dalle ore 00 alle 24 e mette insieme le rivendicazioni dei camici bianchi con quelle del personale infermieristico. Le ragioni sono da ricercare nell’inadeguato rinnovo del contratto nazionale in termini di salari e di orari e nella cronica carenza di organico. La nostra Regione, così come la nostra Provincia, non è esente da queste problematiche e lo sciopero del 23 promette di raccogliere un’altissima adesione.
Polemica sulle dichiarazioni dell’Assessore Saitta
Questo almeno è quanto annuncia Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche. In Piemonte, a gettare benzina sul fuoco, sarebbero poi state le parole di Antonio Saitta Assessore regionale alla Sanità, il quale nei giorni precedenti aveva dichiarato che «per quanto concerne l’emergenza affollamento nei Pronto Soccorso (nel periodo di picco influenzale) il sistema aveva retto».
Intervento di Nursind
Ad Asti, il Segretario provinciale di Nursind Gabriele Mortara ha invece voluto ribattere: «Il sovraffollamento del pronto Soccorso di Asti, come ogni anno nel periodo critico, si è verificato puntualmente. Sono inaccettabili le dichiarazioni dell’Assessore Saitta, parole che suonano come una vera e propria offesa agli infermieri che come di consueto si sono fatti carico dell’emergenza. Per quanto riguarda l’Astigiano nessuna risposta ci è stata fornita dalla Regione e la Sanità astigiana è dovuta intervenire con le sue sole forze». Da tempo i sindacati lamentano una carenza di personale.
I numeri dell’Astigiano
Tra l’ospedale Cardinal Massaia di Asti e l’ex ospedale di Nizza operano 800 infermieri ma occorrerebbe l’assunzione di almeno 20 nuove unità. In questo periodo di picco influenzale gli infermieri sono stati costretti a fare doppi turni e cancellare le ferie. «Molti organici dei reparti sono sotto la soglia necessaria per gestire emergenze come questa del picco influenzale. Ma soprattutto non è ammissibile che per un bacino di utenza di 200 mila unità come quello di Asti vi sia un unico Pronto Soccorso (quello di Nizza è stato declassato) mentre realtà come l’Alessandrino ne contino sei» chiosa Mortara.
La protesta di piazza a Roma
Da Asti, l’appello dei sindacati alla Regione Piemonte è dunque quello di rivedere il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera e delle risorse mentre al Ministero del Lavoro di intervenire per favorire il raffreddamento della procedura. Intanto, in vista dello sciopero è stato proclamato lo stato di agitazione del personale. Il 23 prossimo una delegazione di infermieri astigiani si unirà alla protesta di piazza a Roma.