“Osservando un collezionista, badando a come tratta gli oggetti delle proprie vetrine, si direbbe che appena li mostra appaia ispirato da essi, ha l’aria di un mago che attraverso i propri cimeli guarda nella loro lontananza”.
Storicità, maniacalità, precisione capillare e grande dedizione sono requisiti che certamente fotografano l’abilità di chi colleziona: Gabriele De Marzio, astigiano doc, è senza dubbio un piccolo-grande specialista del settore sport, con calcio e calcio a 5 quali anime pulsanti della sua passione. Ci ha aperto le porte di casa sua, scoprendo un microcosmo ricco di curiosi pezzi: il pallone quale comun denominatore di un allestimento con un senso logico assoluto, senza vuoti di sceneggiatura. Un unico grande rammarico, l’autografo mancato di Cristiano Ronaldo, in un viaggio virtuale tra aneddoti, curiosità e retroscena decisamente affascinante. Poster, magliette, autografi e scarpe indossate da molti campioni, “sliding doors” sportivi ritratti indelebilmente da un fotogramma, un selfie, una scarpetta indossata da un asso del pallone. Un vero e proprio museo dello sport, dedicato al calcio, con Nazionale e Juventus protagoniste nel periodo dal 1994 al 2017, e al futsal, con una collezione avviata nel 2008 e ancora in corso, che avrà però come data di conclusione il 2022.
Gabriele, ricordi come tutto è iniziato?
Ricordo bene, era il 1995 e avevo 9 anni. Sciarpa dello scudetto bianconero. Per quel che riguarda il calcio a 5 il primo cimelio è un braccialetto, rigorosamente nero-arancio, distribuito al Pala San Quirico prima di Asti Orange-Aosta di Serie A2.
Partiamo dal calcio: possiamo elencare i pezzi a cui tieni maggiormente?
Sono orgoglioso di aver dato al mio percorso di collezionista una data di inizio e una di conclusione. Sono partito dal 1994, con la Nazionale e la Juventus, e ho concluso con il 2017, quando la “Vecchia Signora” ha cambiato logo. Ogni pezzo esposto ha un filo logico, ci sono 19 delle 50 “stelle” esposte allo Stadium, i poster delle Nazionali che hanno affrontato le finali 1994, 2000, 2006 e 2012, curiosamente con una ciclicità di 6 anni. Possiedo 21 maglie della Juventus e 5 degli Azzurri, cui si aggiungono alcune fuori collezione come quella di De Ligt in bianconero e di Jorginho, tra i simboli dello scorso Europeo vinto.
Qual è la maglia a cui tieni di più?
La casacca di Gianluigi Buffon originale del 2015-16, autografata.
Passiamo ora al futsal, una grande passione e una collezione ancora aperta…
Ho seguito con grande affetto l’Orange Asti diventato campione d’Italia e ancora oggi sono grande appassionato di calcio a 5. Due i momenti clou, il titolo Europeo degli Azzurri di capitan Gabriel Lima e il Mondiale dell’Argentina di Fernando Wilhelm. Mia mamma è argentina, quindi sono due vittorie per me uniche. Ho raccolto 115 magliette, cinquanta paia di scarpe, comprese quelle usate da Ramon nella gara scudetto e quelle di Fortino, capocannoniere nel 2019-20, stagione stoppata dal Covid-19. Un percorso iniziato nel 2008, senza “vuoti di sceneggiatura”: ci sono le divise delle squadre che hanno vinto il tricolore e dei calciatori simbolo di quelle compagini, delle compagini che hanno conquistato Europei e Mondiali. Borruto, simbolo del Pesaro tricolore 2020-21, Ricardinho, eroe del Portogallo campione in Europa nel 2018 e del Mondo nel 2021. La chiosa della collezione sarà in occasione degli Europei di gennaio. Per chiudere il cerchio, visto che compaiono pezzi da collezione di Portogallo, Spagna, Brasile e Argentina, sarebbe interessante vincesse una outsider.
Intervista completa nell’edizione di martedì 9 novembre