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Cronaca
Guardia di Finanza

Ad Asti la sede di una compagnia coinvolta nella truffa dei “certificati bianchi”

Maxi sequestro di 41 milioni di euro a società “fantasma” che ottenevano contributi per interventi e progetti di efficientamento energetico mai realizzati

Risultava una Energy Service Company (Esco) a tutti gli effetti e aveva sede ad Asti, ma di fatto, scrive la Guardia di Finanza era una delle sette “scatole vuote” create al solo scopo di ottenere e scambiare i cosiddetti “certificati bianchi”.

La scoperta rientra in una più ampia indagine iniziata dalla Guardia finanza di Aosta in collaborazione con lo Scico e poi con la Polizia Criminale di Duisburg, in Germania per smantellre una rete di società che avevano messo in piedi una maxi truffa nel settore energetico che generava il rincaro delle bollette.

Al termine dell’indagine, che ha riguardato gli anni dal 2016 al 2020, sono state arrestate 22 persone fra Italia e Germania e sequestrati beni per 41 milioni di euro.

Il “cuore” dell’associazione a delinquere aveva base in provincia di Torino e gli arrestati lavoravano tutti, a vario titolo e con vari gradi di responsabilità, alla rete di certificati bianchi, tecnicamente definiti come “titoli di efficienza energetica” che sono il principale strumento di promozione dell’efficienza energetica in italia, introdotti nel 2005.

«Alla base del meccanismo vi è l’obbligo, da parte delle aziende distributrici di energia elettrica e gas con più di 50mila clienti finali, di conseguire annualmente determinati obiettivi di risparmio energetico – spiegano dalla Guardia di Finanza –  Esse possono assolvere al proprio obbligo realizzando progetti di efficienza energetica che diano diritto ai “certificati bianchi”, oppure acquistando i certificati stessi da altri operatori del settore, le cosiddette Energy Service Company (E.S.Co.), società che scelgono volontariamente di realizzare progetti di riduzione dei consumi negli usi finali di energia. Il Gestore dei Servizi Energetici S.p.a. (GSE), società a partecipazione pubblica, riconosce sia alle aziende distributrici sia alle E.S.Co. un controvalore in certificati in misura corrispondente al risparmio di energia derivante dagli interventi realizzati. I certificati sono poi liberamente scambiabili sul mercato dei Titoli di Efficienza Energetica gestito dal Gestore dei Mercati Energetici S.p.a. (GME). Il meccanismo si esaurisce con la presentazione annuale dei “certificati bianchi” presso il GSE da parte delle aziende distributrici che, in tal modo, dimostrano il raggiungimento degli obiettivi di risparmio prefissati e, contestualmente, maturano il diritto all’ottenimento di un contributo tariffario in denaro da parte della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA). L’entità del contributo pubblico erogato dalla Cassa è parametrato al valore di mercato dei “certificati bianchi” scambiati e viene finanziato, in ultima analisi, da tutta la collettività, attraverso i prelievi operati sulle bollette energetiche alla voce “oneri di sistema” (per l’energia elettrica, componente tariffaria UC7)».

Per realizzare la truffa sono stati presentati 95 falsi progetti riguardanti lavori mai effettuati (sostituzione di caldaie, coibentazione di pareti, cappotti termici) su immobili realmente esistenti sul territorio ma all’insaputa di proprietari e ditte appaltatrici che sono state individuate attraverso semplici ricerche sul web.

«Dei proventi illeciti, ammontanti a oltre 27 milioni di euro 14 milioni sono stati oggetto di riciclaggio attraverso un collaudato sistema di false fatturazioni tra le otto E.S.Co. e numerose società italiane ed estere compiacenti, ovvero costituite ad hoc – conclude la Guardia di Finanza –  Il denaro, di volta in volta rapidamente bonificato su conti aperti in Albania, Bulgaria, Germania, Liechtenstein, Malta, Principato di Monaco, Slovenia, Spagna, Svizzera, Regno Unito, Ungheria, rientrava in Italia in contanti, attraverso corrieri, per poi essere reinvestito in strumenti finanziari, criptovalute ed immobili di lusso tra cui due ville ad Ischia e Ventotene».

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