Musica alta, schiamazzi dei clienti all’uscita dal locale, portoncini di ingresso usati come orinatoi, risse notturne in strada, sgommate di auto, clacson, urla, discussioni: tutto questo è contenuto nella querela che alcuni residenti hanno sporto nei confronti della discoteca Loft, nella zona est della città.
Una querela che è stata sporta a fine 2019, pochi mesi prima della chiusura per il primo grande lockdown da Covid e che si è trasformata in un capo di imputazione di cui devono rispondere i tre soci del locale davanti al giudice.
Nei giorni scorsi si è tenuta la prima udienza davanti al giudice con l’avvocato Pasta che rappresenta le famiglie querelanti e l’avvocato Masoero che difende invece i tre imputati.
Ad un primo capo di imputazione che prevedeva solo la musica forte e dunque il disturbo della quiete pubblica, il pm ha provveduto ad integrare il lungo elenco di altri “disturbi” lamentati dai residenti.
Integrazione accolta e udienza rinviata a marzo quando verranno sentiti i primi testimoni d’accusa.
Che saranno prevalentemente i residenti che hanno sporto la denuncia dopo aver raccolto molto materiale foto e video.Nel fascicolo del pm vi sono numerosi video girati da chi abita intorno alla discoteca, a varie ore della notte per documentare quanto denunciato. Fra i documenti anche gli esiti di alcuni sopralluoghi dell’Arpa per misurare il superamento o meno della soglia massima dei decibel consentiti.