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Coldiretti: “Serve subito impegno per attuare una Politica agricola comune a livello nazionale”

Fondamentale garantire reddito agli agricoltori affinché possano continuare ad offrire alimenti sani nelle giuste quantità

“Dal Parlamento viene un importante riconoscimento del ruolo della Politica agricola comune (PAC), che deve garantire reddito agli agricoltori affinché possano continuare ad offrire alimenti sani nelle giuste quantità preservando le risorse naturali e contribuendo alla lotta al cambiamento climatico con più ricerca ed innovazione”.  E’ quanto afferma Coldiretti nel commentare il voto del Parlamento europeo sui tre regolamenti della futura Politica Agricola Comune (Pac) 2023-2027.

“Il difficile negoziato di questi ultimi anni ha comunque portato ad un risultato migliorativo rispetto alla proposta iniziale del 2018, in termini di risorse e di strumenti per affrontare le ambiziose sfide poste dal Green Deal europeo, ma ora bisogna lavorare a livello nazionale per tradurre in misure semplici ed efficaci gli indirizzi dell’Ue, dall’innovazione alle politiche per favorire il ritorno alla terra delle nuove generazioni” – sostiene Marco Reggio Presidente Coldiretti Asti.

“Serve un Piano Strategico Nazionale per la crescita e lo sviluppo con azioni semplici da applicare che garantiscano la giusta sostenibilità economica all’attività agricola” – sottolinea Diego Furia Direttore Coldiretti Asti – “In Europa occorre però coerenza nelle politiche Ue, dicendo “SI” a tutte le misure che aumentano la trasparenza di processi e prodotti, attraverso l’obbligo dell’etichettatura d’origine, e che garantiscano competitività agli agricoltori europei sul piano mondiale promuovendo ed applicando il concetto della reciprocità negli standard produttivi in modo che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute.

“Mentre va avversato – concludono Reggio e Furia – ogni tentativo di banalizzazione ed omologazione del modello agricolo italiano ed europeo, dicendo quindi “NO” ai finanziamenti alla produzione di carne in laboratorio o all’introduzione di etichette a semaforo quali il Nutriscore”

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