Operazione Barbarossa dall’alba di stamane
All’alba di questa mattina 300 militari dei carabinieri hanno tirato le fila dell’Operazione Barbarossa, a cui ha lavorato il Nucleo investigativo dei carabinieri del comando provinciale di Asti. 26 arresti tra Asti, Alba e Costigliole d’Asti (ma anche in Liguria e nel Bresciano) per sgominare quella che secondo gli inquirenti era la “locale” astigiana della ‘Ndrangheta, che come referente avrebbe avuto Rocco Zangrà, di Alba, direttamente collegato alle cosche calabresi di Vibo Valentia. L’indagine, denominata “Barbarossa”, ha avuto inizio nel maggio del 2015 ed ha interessato le province di Asti, Cuneo e marginalmente quelle di Alessandria, Torino, Milano, Savona. «I territori interessati sono compresi nei comuni di Asti, Costigliole d’Asti, Agliano Terme, Castelnuovo Don Bosco, Castagnito (Cuneo), Canelli, Isola d’Asti, Mombercelli, Calosso e Alba.
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Indagini fino a Catanzaro e Vibo Valentia
Le indagini hanno coinvolto anche le province calabresi di Catanzaro e Vibo Valentia, interessando i Comuni di Lamezia Terme e Vibo Valentia, svelando gli stretti rapporti di reciproca assistenza esistenti tra gli esponenti ‘ndranghetisti delle province calabresi di origine e dell’articolazione dell’associazione di tipo mafioso in Piemonte – hanno spiegato poco fa nel corso di una conferenza stampa il comandante provinciale dei carabinieri, il tenente colonnello Bernardino Vagnoni, e il comandante del Nucleo investigativo, il maggiore Lorenzo Repetto – L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Torino, ha delineato la struttura organizzativa e gli appartenenti, nei diversi ruoli, di una locale di ‘ndrangheta con sede ad Asti: riteniamo che si tratti di una nuova “locale”, composta da tre famiglie nella provincia di Asti, le famiglie Stambé, Catarisano e Emma».
Accuse per omicidio, tentati omicidi, estorsioni, traffico di armi e droga
«I numerosi elementi raccolti conducono ad un’attività organizzata per commettere omicidi, rapine, estorsioni, furti, traffico di stupefacenti ed armi – hanno aggiunto i carabinieri – Abbiamo rilevato anche l’infiltrazione ed acquisizione diretta ed indiretta di diverse attività economiche astigiane operanti nel settore edile, agricolo-commerciale e sportivo, con riferimento fino al 2017, alle società di calcio Asti Calcio, Pro Asti Sandamianese, Costigliole Calcio, Motta Piccola California». Impegnati nell’operazione Barbarossa 300 carabinieri, l’elicottero dell’elinucleo di Volpiano, le unità cinofile antidroga, unità di ricerca esplosivi, una squadra del Cio, la Compagnia di intervento operativo.
In manette 26 persone affiliate a tre famiglie
Sono poco meno di 60 le persone indagate in questi due anni di indagini e fra loro anche numerosi commercianti, imprenditori, artigiani e liberi professionisti.
Gli arrestati sono 26. Questi i nomi di chi, questa mattina all’alba, ha ricevuto la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere: Rocco Zangrà (ritenuto il capo della locale astigiana pur essendo residente ad Alba); Giuseppe Catarisano (condannato appena quattro mesi fa a 4 anni per le lesioni gravi ad un ladro che gli aveva rubato il furgoncino); Ferdinando Catarisano (figlio di Giuseppe e sotto processo per l’omicidio Di Gianni insieme al cugino Ivan Commisso in attesa della sentenza prevista per mercoledì prossimo); Vincenzo, Enea Adriano e Giuseppe Emma (tutti appartenenti ad una delle tre famiglie calabresi ritenute al centro del sodalizio criminale) e gli appartenenti alla terza famiglia, quella degli Stambè: Michele, Angelo, Daniele e Salvatore.
Gli altri arrestati sono Franco Marino, Luca Scrima, Bruno Agostino, Fabio Biglino, Salvatore Carè, Gianpiero Conti, Mattia Pisano, Ivan Venturelli, Alberto Ughetto, Massimo Pugliese, Rosario Sette, Gianfranco Guzzetta, Mauro Giacosa, Gaetano Parrucci, Agim Lena.
A completare la compagine degli arrestati un uomo molto conosciuto a Costigliole, sia per la sua attività di responsabile della sezione calcio della Us Costigliole ma, soprattutto, per aver difeso a spada tratta Michele Buoninconti, l’ex vigile del fuoco condannato per l’omicidio della moglie Elena Ceste. Si tratta di Santo Giuliano Caruso (meglio conosciuto come “Sandro”) apparso spesso in telegiornali e trasmissioni a copertura nazionale per gridare la sua convinzione di innocenza dell’amico Michele.
r.n.p.
6 risposte
Complimenti all’arma dei Carabinieri di questa operazione sicuramente complessa, ad asti serviva un segnale della presenza della giustizia, braci e continuate così !!!
Ingabbiateli tutti sti delinquenti. Ne mancano ancora parecchi.
COMPLIMENTI VIVISSIMI ALLE FORZE DELL’ORDINE. SPERIAMO CHE LA GIUSTIZIA FACCIA IL SUO CORSO……..
Complimenti finalmente un segnale forte !!
Bravi complimenti ai nostri carabinieri. Qui in Piemonte l arma fa il proprio mestiere e lo fa bene. Ci sentiamo al sicuro.grazie per quello che fate.
Complimenti al lavoro che le forze dell’ ordine svolgono tutti i giorni per garantire la legalità. Sono i nostri angeli custodi sulla terra.