«Così non si può andare avanti. La scuola è in grande confusione».
Sono le parole di Giorgio Marino, dirigente dell’istituto Monti e presidente provinciale dell’ANP, l’Associazione Nazionale Presidi che nei giorni scorsi è intervenuta a livello nazionale per denunciare le profonde difficoltà nate dalla gestione dell’emergenza Omicron.
«I dati reali delle assenze di alunni e insegnanti legate al Covid – afferma – sono superiori rispetto a quelli illustrati dal Ministro dell’Istruzione Bianchi recentemente. In questi giorni, per quanto riguarda la mia scuola, ho circa 150 studenti assenti su mille circa, in grande maggioranza per motivi legati al Covid. Ma, numeri a parte, è la gestione della quotidianità che è praticamente impossibile da governare. A generare questa situazione è stata la decisione di mantenere forzosamente la didattica in presenza, assunta dal Governo al termine delle vacanze natalizie. Noi presidi avremmo voluto due o tre settimane di didattica a distanza per tutti in modo da superare il picco dei contagi ed evitare la miriade di problemi che abbiamo attualmente. Faccio qualche esempio. Se un ragazzo rimane assente per pochi giorni, può benissimo tornare a scuola con un’autocertificazione in cui afferma che non ha avuto problemi legati al Covid. E se ha avuto dei sintomi e non ha fatto il tampone? Secondo: a partire dai due casi positivi, alle superiori (così come alle medie) è previsto che i ragazzi vaccinati con due dosi continuino ad andare a scuola in regime di autosorveglianza e i non vaccinati rimangano a casa in didattica a distanza. Questo è un nodo giuridicamente molto fragile, e lo dico da cittadino vaccinato con tre dosi. Se il Governo non impone l’obbligo vaccinale ai ragazzi, ma lascia libertà di scelta, poi non può trattarli diversamente in base a questo criterio. Tanto più che si tratta di un servizio essenziale, ovvero l’istruzione. Emerge quindi ancora una volta come l’Italia manchi di una visione liberale nel senso anglosassone del termine».
Il risultato è una grande confusione. «La scuola, di per sé – continua – è un ambito caratterizzato da stratificazioni decennali di provvedimenti. Con la pandemia, e in particolare in questo periodo, facciamo veramente fatica a seguire normative e circolari poco chiare, che cambiano in continuazione e che a volte sono anche in contrasto tra loro. Senza contare che ci troviamo a gestire una miriade di casi particolari che non sono normati. Per questo ho chiesto un incontro chiarificatore con il Sisp dell’Asl aperto a tutti dirigenti della provincia di Asti. Anche se l’unica soluzione sarebbe quella di azzerare tutte le norme in vigore attualmente e pubblicarne una sola, chiara e semplice».
Le parole della dirigente Alessandra Longo
A definire quello attuale il periodo peggiore da inizio pandemia è Alessandra Longo, dirigente dell’Istituto Comprensivo 1 che comprende le materne Borgo e Miroglio, le elementari Baracca e Ferraris e la media Jona.
«Nelle primarie – afferma – ho 10 classi in quarantena su 26, mentre alla Jona ho 5 classi in didattica a distanza (per la presenza di tre casi positivi) e 7 in didattica mista. In quest’ultimo caso la gestione è molto complicata perché è impossibile, dal punto di vista didattico, impostare una lezione che sia adeguata contemporaneamente ad una modalità in presenza e on line. Senza contare che i vaccinati, in questa fascia di età, sono proprio pochi, soprattutto nelle classi prime, considerando che per i bambini di 11 anni le vaccinazioni si sono aperte solo dallo scorso 16 dicembre. Poi bisogna considerare la miriade di casi particolari da gestire, le notifiche di quarantena che arrivano a qualsiasi ora, la normativa che cambia e le famiglie che si spazientiscono. Basti pensare ai genitori dei bambini delle elementari, che si sono visti i figli in didattica a distanza con un solo caso positivo in classe, nonostante il decreto del Governo prevedesse la didattica in presenza, a causa di una norma restrittiva della Regione Piemonte. Su questo ho dovuto organizzare un incontro con i rappresentanti per spiegare la situazione alle famiglie. Ora sembra sia in arrivo una nuova circolare dalla Regione, che però non dovrebbe prevedere significative novità, se non la possibilità per gli alunni delle elementari di effettuare il tampone in farmacia quando è segnalato un caso positivo. Insomma, il periodo peggiore da quando è cominciata la pandemia».
L’opinione della dirigente Graziella Ventimiglia
D’accordo Graziella Ventimiglia, dirigente del V Circolo (materne XXV Aprile e Serravalle, primarie Rio Crosio, Buonarroti e Piero Donna), che sottolinea anche un altro aspetto: la difficoltà di gestire le assenze degli insegnanti per problemi legati al Covid. «Ho 15 classi in quarantena su un totale di 43», afferma. «Va meglio nelle scuole dell’infanzia, dove però ho diverse maestre positive. Quello degli insegnanti è un altro nodo, tra i contagiati e chi è in congedo parentale per seguire i figli in quarantena. Così non si può andare avanti. O si fa un altro lockdown generalizzato, non soltanto limitato alla scuola, o si devono adottare procedure più snelle».
La situazione in provincia
Per quanto riguarda i paesi della provincia la situazione a livello di contagi e classi in quarantena è a “macchia di leopardo”. Mentre negli istituti comprensivi di Costigliole e San Damiano metà delle classi stanno svolgendo la didattica a distanza, minori contagi si verificano negli istituti comprensivi di Cocconato, Villanova e Canelli. A fare i conti con la didattica a distanza anche l’istituto comprensivo di Moncalvo e le scuole di Nizza Monferrato, dove le quarantene riguardano tutte le fasce d’età, dalle materne alle superiori.