«E’ un processo che ormai non si può più fermare, paragonabile a un grande masso che ha iniziato a rotolare».
Così il noto climatologo Luca Mercalli ha definito il cambiamento climatico in atto in occasione del suo intervento nell’ambito della rassegna “Itinera – Viaggi nella conoscenza”, ciclo di conferenze on line aperte alla cittadinanza promosso dall’istituto superiore Vittorio Alfieri, che comprende liceo classico Alfieri, liceo artistico Benedetto Alfieri e istituto Sella.
Titolo della conferenza è stato “Le mutazioni climatiche e le loro conseguenze”, un tema d’attualità da ormai troppi anni.
«Ci sono moltissime scuole collegate per seguire la conferenza», ha commentato la dirigente scolastica, Stella Perrone, ringraziando gli intervenuti.
«Quello di oggi è un argomento complesso, urgente e importante – ha aggiunto il prof. Enrico Cico, uno dei curatori dell’iniziativa – da cui dipende anche la qualità della nostra vita».
Una priorità da troppo tempo rimandata le cui conseguenze sul clima si stanno ormai verificando a livello globale.
Le parole di Mercalli
«E’ un problema che riguarda tutti – ha esordito Luca Mercalli – e che coinvolge tante materie (matematica, fisica, scienze, economia, storia psicologia ecc.)».
Poi, anche con il supporto di alcune slide, Mercalli, è entrato nel vivo dell’argomento. «Il titolo della prima immagine – ha detto – è Clima-Biodiversità-Inquinamento perché queste sono le principali situazioni ambientali che conosciamo ormai da cinquant’anni ma che trattiamo ancora come “novità”.
E’ solo dagli anni Novanta che la questione climatica è emersa con più forza – ha ricordato il climatologo – dopo la conferenza di Rio de Janeiro del 1992 (prima conferenza mondiale sull’ambiente) dove venne firmata la convenzione delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici».
Sono passati trent’anni e si è fatto poco o niente. Siamo in ritardo perché abbiamo trascurato queste notizie e perché i motivi economici hanno sempre avuto il sopravvento ma questi dati, che sono un chiaro codice rosso, hanno iniziato a germogliare già due secoli fa con la rivoluzione industriale e sono stati tutti generati da attività umane.
Un processo inarrestabile
«E’ un processo che ormai non si può più fermare – ha sottolineato il climatologo – paragonabile a un grande masso che ha iniziato a rotolare». Punti di non ritorno, dunque, come il permafrost, suolo gelato che contiene materia organica che con il disgelo emetterebbe co2 e metano nell’atmosfera, o come il ghiaccio galleggiante, condizionatore naturale.
«La nostra unica arma sarebbe non attivare questi processi», dice lo studioso, citando la base italo francese Concordia dove per un anno ha lavorato anche l’astigiano Gianluca Ghiselli, direttore del Pronto Soccorso del Cardinal Massaia. Lì si è calcolato che la concentrazione di co2 nei periodi più caldi ha raggiunto le 300 parti per milione, mentre oggi è a 417. «Una grave disfunzione che porta una “febbre” al pianeta, che provoca temperature da record, incendi e alluvioni – commenta Mercalli – un cambiamento che non si è mai verificato prima, che stiamo provocando noi e che noi potremmo ancora limitare».
Gli interventi da attuare
Ma come? «Intervenendo subito, perché se prendiamo adesso dei provvedimenti abbiamo ancora la speranza di impedire un ulteriore innalzamento della temperatura».
E e se una parte di danno è stata fatta, applicare l’Accordo di Parigi sul clima è ormai indispensabile perché una drastica riduzione di emissione di co2, l’aumento di consumi di energia rinnovabile e l’efficienza energetica nelle abitazioni farebbero la differenza. Così come favorire la mobilità elettrica (a condizione che sia elettricità rinnovabile), diminuire i viaggi aerei, i trasporti in genere e aumentare il telelavoro. E, ancora, ridurre la quota di carne rossa, perché gli allevamenti valgono il 15% delle emissioni, fermare la cementificazione o fare la raccolta differenziata.
Piccoli e grandi gesti da non sottovalutare, che dipendono da noi e che potrebbero, davvero, salvare il pianeta.