Parla l’uomo di 91 anni accusato di omicidio volontario
«Non volevo ucciderlo, volevo solo spaventarlo»: queste le prime parole che Dario Cellino, 91 anni, ha pronunciato ieri mattina all’interrogatorio di convalida dell’arresto per omicidio volontario davanti al gip Belli, al pm Nicola e al suo avvocato, Sabrina Zeglio.
Cellino è da venerdì rinchiuso al carcere di Asti, nel reparto Infermeria.
Subito dopo l’arresto non aveva risposto alle domande del pm Nicola che sta coordinando le indagini, ma ieri mattina è apparso più tranquillo, più lucido e meno confuso.
«Non volevo colpirlo, volevo solo sparare a terra, vicino a lui, per convincerlo ad andarsene e guadagnare ancora un po’ di tempo», le sue parole per dare spiegazioni.
Che sono state quelle che si possono immaginare per una persona nelle sue condizioni.
Ossessionato dal pignoramento in atto
Cellino, infatti, ha detto di essere ossessionato dalla richiesta della banca di rientrare del debito contratto (si parla di circa 120 mila euro) e di non riuscire ad immaginare di poter perdere la sua casa.
«Io in quella casa ci sono nato e vissuto fino a questa bella età – ha detto al gip – Non posso neppure pensare che la banca possa portarmela via».
Una forte componente di agitazione, all’idea del pignoramento dell’immobile, era legata anche al futuro della figlia.
«Se perdevo la casa, dove andavo e cosa ne sarebbe stato di lei?». Spiegando che la donna non è in grado di badare a sè stessa, neppure nelle più elementari mansioni domestiche.
Cellino, in quella casa, comunque non ci tornerà, almeno nell’immediato.
Convalidato l’arresto in attesa di ricovero in struttura
Scontata la convalida da parte del gip Belli e il mantenimento della reclusione al carcere di Quarto fino a quando, su stessa richiesta della Procura, non sarà individuato un posto in una struttura di ricovero dove sarà sottoposto agli arresti domiciliari.
Il geometra morto per un colpo che gli ha perforato il polmone
Ieri pomeriggio è stata eseguita l’autopsia su Marco Massano, presenti un perito balistico e due medici legali: il dottor Romanazzi per la Procura e il dottor Gianluca Novellone per conto della famiglia che ha già annunciato la costituzione di parte civile con l’avvocato Bazzano.
Secondo alcune prime indiscrezioni, il geometra è stato raggiunto da un unico colpo che è entrato dalla spalla e, in uscita, gli ha perforato un polmone. Un colpo sparato sicuramente da un fucile caricato a “palla unica”, come si usa nella caccia al cinghiale.
Il colpo ha devastato il torace del malcapitato che è morto per una gravissima emorragia interna.
Si attende per stamattina il nullaosta della Procura per i funerali.