Riceviamo e pubblichiamo dall’associazione Tartuficoltori Associati Astigiani con sede a Montiglio Monferrato in merito al progetto presentato dall’Atl per la valorizzazione dell’Alto Astigiano attraverso la promozione del tartufo nero. Progetto che ha ricevuto molte critiche e che ha portato all’Atl a cambiare rotta.
«Il Monferrato è passato in una settimana dal Nero all’Oro; varie modifiche al progetto e significative retromarce di ATL rispetto all’iniziale presentazione del progetto hanno messo quasi tutti d’accordo. A noi questo progetto prima non piaceva per niente; adesso ci piace poco (ma i saggi dicono che poco è meglio di niente); quindi esponiamo le nostre perplessità pure cercando di essere propositivi. Ci piace poco il fatto che dei finanziamenti destinati alla “Valorizzazione del Tartufo Nero” così come era previsto nel Piano 2021 di Attività per la Valorizzazione del Patrimonio Tartufigeno Regionale siano utilizzati per un progetto di posizionamento turistico o “marketing territoriale” all’interno del quale il tartufo nero avrà ben poca importanza e visibilità. Per dirla in maniera molto semplice: se il progetto è a matrice turistica forse sarebbe stato più opportuno finanziarlo con voci di bilancio regionale dedicate al turismo e non utilizzando risorse derivanti dal pagamento delle tasse annuali versate dai tartufai. Ci piace poco anche il fatto che questo progetto sia rivolto ad una zona (il Nord Astigiano) nella quale, salvo limitate porzioni di territorio, poche sono le tartufaie di nero scorzone e scarsa è la propensione dei tartufai alla cerca di tale prodotto (le tartufaie gestite dai nostri associati per meno del 2% sono vocate alla produzione del nero).
Non siamo esperti di marketing turistico ma francamente non capiamo come si possa pensare di promuovere un territorio legandolo ad un prodotto che storicamente è di secondario interesse per tale area, sia per la limitata presenza di tartufaie vocate al nero sia per la scarsa e discontinua quantità di prodotto che i cercatori sono in grado di garantire. Territorio entro il quale nel corso degli anni è stata fatta una grande attività di valorizzazione e promozione del Tartufo Bianco; valorizzazione attraverso la costituzione, gestione e tutela di Tartufaie Controllate nelle aree che esprimono in assoluto le migliori vocazioni agro-forestali ed ambientali alla produzione del Tartufo Bianco; ma anche conservazione del patrimonio forestale tartufigeno del Bianco mediante concessione di premi per il mantenimento delle piante nelle zone di libera cerca; e senza dimenticare le fiere e manifestazioni che caratterizzano in maniera profonda l’identità tartufigena dei territori legando in maniera ormai indissolubile i nomi di molti nostri comuni al Tartufo Bianco.
Noi non siamo contrari alla promozione e valorizzazione del Tartufo Nero. Anzi, siamo favorevoli e disponibili a lavorare su programmi di sviluppo dell’economia dei territori collegata al Tartufo Nero; perché ciò consentirebbe un ampliamento del periodo di raccolta e di offerta del prodotto tartufo fresco ed anche per valorizzare aree a minore vocazione per il tartufo bianco; ma anche per supportare diverse ed alternative proposte gastronomiche ed incentivare attività locali di lavorazione e vendita del prodotto trasformato.
Progetti e programmi che a nostro avviso dovrebbero attivarsi sotto un marchio univoco per tutta la Regione (quale in esempio “Tartufo Nero Piemonte” secondo linee operative principalmente ispirate ai seguenti punti: elaborazione di un Disciplinare di Produzione che inquadri sul piano tecnico le procedure agro-forestali da seguire nell’impianto e gestione delle tartufaie coltivate a Tartufi Neri, con indicazione delle aree a più specifica attitudine per tali produzioni, nel totale rispetto di quelle di elezione del Bianco pregiato.
E poi promozione di una filiera di mercato dei tartufi neri che consenta la loro tracciabilità e colleghi tartufai, tartuficoltori, ditte locali di lavorazione e commercializzazione dei prodotti ed esercizi di ristorazione; assistenza tecnica e contribuzione all’impianto di nuove tartufaie, o gestione di quelle già in essere, secondo i canoni della moderna tartuficoltura, con sostegni in favore delle ditte di trasformazione aderenti alla filiera per investimenti finalizzati alla lavorazione e commercializzazione del prodotto; finanziamenti agli enti locali interessati alla promozione sul territorio di iniziative volte alla valorizzazione del Tartufo Nero tramite il coinvolgimento formativo di tutti gli attori della filiera, dal cavatore al consumatore, per un più attento rispetto del prodotto, sia nella sua raccolta a maturità sia nell’accostarlo ai piatti della tradizione regionale, secondo procedure diverse da quelle storicamente adottate per il Bianco.
In tale ottica quindi auspichiamo e speriamo che il progetto ATL possa essere un primo tassello per una più globale valorizzazione di tale prodotto a livello regionale; convinti però che l’’’Oro” per i nostri territori continuerà ad essere il Tartufo Bianco, anche con la gestione e tutela delle tartufaie che nel corso degli anni i nostri associati hanno realizzato e valorizzato (senza mai chiedere finanziamenti pubblici) e che oggi costituiscono un grande patrimonio per la produzione tartufigena regionale, ma anche una tutela paesaggistica ed ambientale, ed anche motore dell’economia locale e garanzia di costante attrattiva turistica per il territorio».